«Ho denunciato i miei colleghi Come premio mi hanno sospeso»

Bologna«Chi ha denunciato i colleghi assenteisti si prepari. Lo aspetta un calvario umiliante e doloroso». Ciro Rinaldi è uno dei pochi in Italia a non essere stupito dalle notizie delle due inchieste sui furbetti negli uffici pubblici. La sua è una storia paradossale: mobbizzato per aver denunciato i colleghi assenteisti. Alla sede regionale del ministero dello Sviluppo economico le cose andavano avanti dal 2007. «Chi andava in palestra, chi timbrava per due o tre, chi si assentava per giornate intere per fare spese», racconta al Giornale. Finché un bel giorno, l'ispettore Rinaldi, delegato sindacale, non decide di tramutare in denuncia alla Guardia di finanza le lamentele di due impiegate che si sorbivano tutto il lavoro mentre i colleghi facevano impuniti la bella vita. Risultato: l'inchiesta approda a 33 richieste di rinvio a giudizio (in una sede che contava poco più di quaranta dipendenti) per falso ideologico e truffa ai danni dello Stato.
A quel punto per loro incominciano i guai. «Una delle colleghe - spiega Rinaldi - è in distaccamento all'Avvocatura dello Stato, l'altra costretta a ritrattare sotto una micidiale serie di pressioni. E io, vittima di ritorsioni, umiliazioni e di una denuncia per diffamazione. Molti colleghi li vedevamo con i nostri occhi. Alcuni, subito dopo l'emersione dello scandalo nel 2009, ostentavano impunemente quattro o cinque badge per timbrare al posto dei colleghi. Il tutto nel silenzio complice dei capi settore. Due di questi, sui quali pesa la richiesta di rinvio a giudizio, in questi anni sono stati anche promossi con scatti e premiati con i fondi di incentivazione e straordinari. A me invece, oltre ad avermi sospeso per un po', hanno contestato di aver percorso dei chilometri in più con l'auto di servizio. Per forza: mi avevano lasciato da solo a fare l'ispettore per tutta l'Emilia». Insomma: umiliazioni e intimidazioni. Intanto la giustizia italiana ci ha messo del suo: «La prima udienza davanti al Gup per la richiesta di rinvio a giudizio era prevista per maggio, ma è slittata a settembre.

A settembre è stata rinviata a febbraio 2013 perché il giudice non si è presentato. Ma a febbraio il tutto rischia di finire nel dimenticatoio della prescrizione». Ma Rinaldi è ancora lì, convinto della bontà della sua denuncia: «E la ripresenterei anche domani, però quanta sofferenza».

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