L'ultima puntata della telenovela in scena all'Eliseo lascia grande suspense per i prossimi episodi e delude chi si aspettava ieri un colpo di scena. Il destino della première dame Valérie Trierweiler, ancora in ospedale per lo choc alla notizia del tradimento del presidente con l'attrice Julie Gayet, non si conoscerà prima dell'11 febbraio - ha annunciato François Hollande - giorno in cui la coppia presidenziale francese è attesa per un viaggio negli Stati Uniti, dove incontrerà l'altra coppia presidenziale, gli Obama, pare in crisi sentimentale anche loro. Ma ieri il presidente, pur di derubricare l'affaire dell'anno e trovare una via d'uscita onorevole, ha dato un calcio plateale alla figura stessa della first lady, che pure all'Eliseo gode di un'autista, di un suo ufficio e di un capo di gabinetto a spese della presidenza: «Non c'è uno status di première dame, non c'è mai stato», ha detto riferendosi al fatto che la carica non esiste nella Costituzione e facendo eco ai colleghi socialisti che, stufi di dover inseguire il fogliettone presidenziale, hanno invitato a metterne al bando la figura, definendola «una reliquia della monarchia» (copyright di Thierry Mandon, portavoce dei socialisti in Assemblea).
Per l'attesissima conferenza stampa dopo lo scoop del settimanale Closer, la terza dalla sua elezione, François Hollande ha studiato tutto, programmato ogni dettaglio, compresa l'organizzazione di un pool di uomini del partito, un gruppo di «smanettoni» dietro ai computer in rue de Solférino, sede dei socialisti, per aggredire i social network e fare in modo di mettere una buona parola nella giungla spietata di Internet, cercando di orientarne i giudizi come nel nuovo stile statunitense. La domanda è arrivata puntuale, dopo quaranta minuti di discorso del presidente sul rilancio dell'economia e dopo una serie di mea culpa sul suo operato politico - «non abbiamo ancora vinto la battaglia per l'occupazione. I primi risultati ci sono ma sono ancora troppo fragili - quasi che il capo dell'Eliseo abbia preferito espiare i suoi peccati pubblici pur di non ammettere gli errori privati. Ma ecco il nodo: «Valérie Trierweiler è ancora première dame?». Come da copione, calibrato in ogni minimo particolare, Hollande decide di non rispondere: «Capisco la domanda e sono sicuro che comprenderete la risposta. Ognuno nella propria vita personale si trova ad affrontare delle prove. È il nostro caso, sono momenti dolorosi. Ma ho un principio - spiega - gli affari privati si trattano in privato. Non è il luogo né il momento, non risponderò qui a nessuna delle vostre domande». Poi Hollande fissa un termine massimo e promette che chiarirà «prima della sua visita negli Usa».
La tempesta mediatica sembra arginata, almeno per l'appuntamento cruciale. E il presidente si prende anche il lusso di mostrare la magninimità dei grandi quando gli chiedono se denuncerà Closer: «Come cittadino dovrei perseguire questa pubblicazione. Se mi freno è perchè non ci sia una disparità, non ci siano due pesi e due misure. Ma la mia indignazione è totale». Un Hollande infine rilassato arriva alla questione sicurezza perentorio - ma qui la difesa del presidente, libero di scorazzare in scooter e lasciato solo durante le sue ore d'amore nella garçonniere con Julie Gayet, è troppo superficiale per non fare acqua: «La mia sicurezza è garantita dappertutto, a Parigi, in Francia e nel mondo». Fine della questione.
Quel che resta aperto invece è il nodo principale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.