Non è finita. Le manifestazioni, ormai diffuse un po' in tutto il Paese, a sostegno di Ramy Elgaml cavalcano un'onda di malcontento e polemica che - come emerge partecipando personalmente a questi cortei - sembrano spesso aver davvero ben poco a che fare con la solidarietà alla personale vicenda del 19enne morto nella notte tra il 23 e il 24 novembre. Residente nel quartiere Corvetto, il ragazzo egiziano coinvolto in un incidente stradale mentre era a bordo dello scooter guidato dall'amico tunisino di 22 anni Fares Bouzidi durante l'inseguimento da una macchina dei carabinieri nelle strade di Milano dopo aver forzato due alt dei militari, ormai è diventato per molti un pretesto. Molto simile, per intenderci, a quello di alcune fazioni che si uniscono ai cortei di massa, come quelli pro Palestina, non certo perché credono anche loro profondamente alla causa, ma al solo e unico scopo di creare caos. E anche se la famiglia di Ramy ha pubblicamente dichiarato di prendere le distanze da tutti i cortei violenti che ci sono stati in questi giorni - a Torino, Roma, Bologna e Busto Arsizio - condannando chi utilizza il nome e la vicenda del loro ragazzo per scagliarsi addosso alle forze dell'ordine o mettere a ferro e fuoco la città, le istituzioni e le forze dell'ordine milanesi si organizzano e tengono la guardia altissima per poter affrontare situazioni di questo genere in un futuro immediato.
Secondo fonti ben informate i cosiddetti «amici» di Ramy (ma basta fare un giro al Corvetto per capire che molti che si qualificano tali non gli avevano nemmeno mai rivolto la parola) in nome della richiesta di «verità e giustizia» sul suo caso, come scrivono sugli striscioni che oggi resistono appesi tra via dei Cinquecento e via dei Panigarola, sarebbero pronti a breve a ricreare la guerriglia che aveva caratterizzato i giorni successivi all'incidente il quartiere, con assalti ai bus di linea e cassonetti e suppellettili varie incendiate per strade. Anche per questo i controlli nel quartiere da parte delle forze dell'ordine verranno ulteriormente rinforzati a partire da oggi, mentre si cercherà d'intercettare eventuali ingerenze di giovani provenienti da altri quartieri pronti a dare man forte (l'unico arrestato per quei fatti era un ragazzo di San Siro, ndr).
Inoltre non va sottovaluto il ruolo della componente sobillatrice, e che comunque in casi come questi non manca mai di offrire il proprio «sostegno», rappresentata dai centri sociali e dall'anarchia milanese che sono stati all'apice dell'organizzazione anche del modesto corteo (la punta massima di presenze ha raggiunto i 600 partecipanti, ndr) partito sabato sera da piazza San Babila per raggiungere piazza Duca d'Aosta. Naturalmente sempre in nome di «verità e giustizia per Ramy».
«Al momento nelle varie città non sono stati presi provvedimenti seri e concreti per contrastare cortei e manifestazione violente promosse da anarchici, centri sociali e no global - dichiara il deputato
di Fratelli d'Italia De Corato -, ma questi entri sociali andrebbero chiusi: solo a Milano occupano abusivamente 10 stabili. Altro che concedere un'adeguata e dignitosa sede comunale al Leoncavallo come vuole fare Sala!».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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