I progressisti ora si svegliano: "Siamo lontani dalla gente"

Ferilli ciritica: "Perso contatto con la realtà". E Bertinotti ammette: " Prendere esempio da Trump"

I progressisti ora si svegliano: "Siamo lontani dalla gente"
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La vittoria di Trump negli Stati Uniti suona la sveglia anche per la sinistra italiana sempre più relegata a partito della Ztl. Stavolta la critica non arriva dagli avversari ma da quel mondo che un tempo costituiva il fulcro culturale dei partiti di sinistra. Ecco Sabrina Ferilli, icona negli anni duemila della sinistra veltroniana, che rifila dalle pagine de Il Fatto Quotidiano (giornale non amico del Pd) un triplo ceffone ai compagni. E poi altri due punti di ferimento del mondo progressista, Massimo Cacciari e Fausto Bertinotti, decretano la crisi irreversibile della sinistra. L'attrice Ferilli non fa sconti alla classe dirigente del Pd: «Penso a Mario Monicelli quando sosteneva che la commedia italiana è finita da quando gli sceneggiatori sono scesi dal tram. Purtroppo dal tram sono scesi anche i politici» dice nell'intervista al giornale di Travaglio. Un messaggio chiaro per la sinistra italiana. Ferilli va poi a mettere il dito sul nervo scoperto: «Per loro i problemi sono diventati il genere maschio femmina o neutro». L'affondo sull'ideologia woke, il libro di Schlein ne è la testimonianza vivente, che ha preso il posto delle battaglie storiche della sinistra. E poi ancora: «Per la sinistra c'è un problema che riguarda la sanità, la sicurezza e l'istruzione: tutti temi che non vengono mai trattati». Quella della Ferilli non è l'unica voce critica. Ancor più duro è il commento di Fausto Bertinotti (foto), ex presidente della Camera: «Il trionfo di Donald Trump che si riprende la Casa Bianca sarà pure una brutta notizia, come dice Elly Schlein, ma la sinistra mondiale si ostina a non capire la lezione» commenta l'ex leader di Rifondazione Comunista a Radio Cusano. «Trump - spiega Bertinotti - ha vinto per due ragioni. La prima è la sua capacità di raccogliere meglio le istanze degli elettori e in generale intercettare meglio il voto popolare. La seconda è l'evidente colpa e incapacità dei progressisti di dare risposte». Chiosa finale: «La scomparsa dei democratici stessi in America, come per l'Europa, è la crisi dei partiti di centrosinistra che hanno ceduto alla rivoluzione capitalista e conservatrice, abbandonando i lavoratori. Il popolo americano reagisce alla condanna di una sconfitta permanente. Una sconfitta del genere dovrebbe insegnare qualcosa a tutta la sinistra dal punto di vista politico.

Ma tu trai degli insegnamenti da qualcosa quando hai un bagaglio personale tuo, che io dubito questa sinistra abbia». Dallo studio di Lilli Gruber non può mancare l'affondo (ormai è un appuntamento fisso) del professore Cacciari contro i compagni: «Una debacle culturale». Cala la notte per i compagni

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