"Ignoranza totale". Cacciari demolisce la sinistra su Ventotene

Le bordate del filosofo contro il circuito rosso: "Siamo alle comiche. Questi hanno portato il cervello all'ammasso. Chi protesta contro Meloni faccia un corso accelerato di storia politica e culturale"

"Ignoranza totale". Cacciari demolisce la sinistra su Ventotene
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Mentre il Partito democratico e i partitini delle opposizioni (divise) si preparano alla gita del fine settimana sull'isola di Ventotene, arriva una durissima stoccata nei confronti della sinistra che è andata sulle barricate dopo l'intervento di Giorgia Meloni alla Camera. E no, l'offensiva non porta la firma di un esponente del governo o di un pericoloso militante di destra: a sganciare una bordata contro le isterie rosse è stato Massimo Cacciari, che non le ha mandate a dire e ha speso parole al veleno verso chi si sta stracciando le vesti per difendere il documento del 1941.

Il filosofo, intervistato da Affari italiani, è stato interpellato sulla bagarre che è scoppiata in Aula in seguito all'intervento del presidente del Consiglio. Che si è limitato a citare alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, tra l'idea della "dittatura del partito rivoluzionario" e il sogno di abolire la proprietà privata da cui ha preso le distanze. "Ma dove sarebbe la sorpresa? È ovvio che Meloni non sia d'accordo con Spinelli, che scandalo è? Siamo alle comiche", ha esordito Cacciari.

Ma si tratta solamente della prima considerazione. Il vero e proprio affondo deve ancora arrivare. Perché l'ex sindaco di Venezia non ha dubbi: "Questi hanno portato il cervello all'ammasso, che novità è?". Ha riconosciuto a Meloni la coerenza con la sua storia, mentre si è chiesto quando mai la sinistra sia stata radicalmente federalista come è scritto in quel Manifesto, "dove ci sono la rinuncia a elementi fondamentali di sovranità nazionale ed è questo il perno di Ventotene".

Insomma, il circuito rosso si stupisce dell'ovvio e monta su un teatrino comico. Cacciari ha tirato in ballo Elly Schlein, facendo notare che "non ha nulla a che fare con la storia del Pci"; Spinelli venne eletto nelle liste del Partito comunista italiano come indipendente "ed è stato isolatissimo nella sinistra italiana, nessuno lo ascoltava". Il filosofo ha poi dato una rinfrescata alla sinistra, ricordando la storia profondamente anti-federalista del Pci e del Psi, dunque contro il Manifesto di Ventotene.

"Si è cominciato a parlare un po' di federalismo solo negli anni Novanta con Napolitano e con il sottoscritto, questi della sinistra di oggi che protestano contro Meloni andassero a fare un corso di storia politica e culturale. Un corso accelerato perché sono di una ignoranza totale e impressionante", è stata la stoccata finale di Cacciari.

Il cui consiglio resterà inascoltato: meglio partire per Ventotene, scattare qualche foto e additare il presidente del Consiglio di essere un pericoloso anti-europeista. O, come hanno avuto il fegato alcuni esponenti del Pd, evocare addirittura l'apologia di fascismo.

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