"Meloni dalla parte dei fascisti". Il Pd perde la testa e scatena il solito teatrino

Torna la grancassa rossa. Schlein disco rotto: "Stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista". Speranza tira in ballo l'apologia del fascismo

"Meloni dalla parte dei fascisti". Il Pd perde la testa e scatena il solito teatrino
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La sinistra ritiene che il Manifesto di Ventotene sia un gradino sopra la Bibbia, il vero Verbo da diffondere. Eppure Giorgia Meloni si è limitata a citare alcuni passaggi senza sferrare offensive frontali. La reazione isterica dell'intero circuito rosso è sfociato nel solito teatrino, con il Partito democratico che torna a recitare il copione preferito. Dalle parti del Nazareno i piani alti sono evidentemente terrorizzati, e così riprende a serpeggiare l'incubo del fascismo. Ovviamente l'accusa è sempre la stessa: il presidente del Consiglio sta dalla parte dei dittatori.

In prima fila non può mancare Elly Schlein, pronta ad alzare i toni e a lanciare l'avvertimento: "Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia. Meloni ha oltraggiato la memoria del Manifesto di Ventotene. Non si permetta mai più". Sicuramente a Palazzo Chigi staranno tremando, viste le grandi doti politiche e comunicative della segretaria dem. Che finalmente fa uno sforzo e si spinge in un'osservazione del tutto nuova, mai avanzata da quando ha preso il posto di Enrico Letta: "Stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei".

Ma il premio per l'originalità (quella vera) va di diritto a Roberto Speranza. L'ex ministro della Salute accusa Meloni di aver chiuso il suo intervento con un'invettiva strumentale e inaccettabile nei confronti del documento del 1941, e a conclusione del post social rivolge una domanda retorica: "Cosa è questa se non apologia del fascismo?". Un'idea altrettanto sostenuta da Piero De Luca, capogruppo del Pd in Commissione Politiche europee della Camera: "Meloni dovrebbe vergognarsi di una vera e propria apologia di fascismo". Certamente: elencare alcune frasi del Manifesto e prenderne le distanze configura un gravissimo reato. Proprio un chiarissimo intento, esplicito, di ricostruire il vecchio partito fascista...

Altra carne al fuoco viene messa da Roberto Morassut, deputato del Partito democratico, secondo cui il testo di Spinelli e Rossi rappresenta la base morale e culturale fondamentale dell'Unione Europa. E invece cosa ha fatto il presidente del Consiglio? "Criminalizzando e strumentalizzando alcune pagine, Meloni si è calata nei panni dei fascisti di allora", è la convinta tesi del dem.

Si resta in fiduciosa attesa che la

sinistra prenda le distanze sia dall'idea della "dittatura del partito rivoluzionario" sia dal sogno di abolire la proprietà privata. Ammesso che abbia almeno un paio di secondi per interrompere la grancassa e rispondere nel merito.

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