Segre: "Dovrò essere cacciata di nuovo dall'Italia?"

La senatrice a vita in un'intervista a "InOnda" (La7) si dice convinta che "le derive che sono venute fuori in questa ultima settimana in modo eclatante ci sono sempre state"

Segre: "Dovrò essere cacciata di nuovo dall'Italia?"
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La senatrice a vita Liliana Segre interviene sulle polemiche derivanti dall'inchiesta di Fanpage sul movimento giovanile di Fratelli d'Italia, che ha portato alla luce alcuni estremismi e forme di antisemitismo, stigmatizzati dalla classe dirigente del partito e dalla premier Giorgia Meloni.

Nel corso di un’intervista a Marianna Aprile per In Onda, di cui La7 ha rilasciato un’anticipazione, la Segre si dice convinta "queste derive che sono venute fuori in questa ultima settimana in modo eclatante ci sono sempre state. Nascoste, non esibite, ma ci sono sempre state".

La differenza, rispetto al passato, secondo la senatrice a vita è che "con questo governo si approfitta di questo potere grande della destra, che del resto è stata votata ed è andata al governo, non è che sia rivoluzionaria, e non ci si vergogna più di nulla".

"Io ho seguito nelle varie trasmissioni questa seduta, chiamiamola così, inneggiante anche a ’Sieg Heil’ - prosegue Segre - quindi anche con questo motti nazisti che purtroppo io ricordo in modo diretto e non per sentito dire. Ora alla mia età dovrò rivedere di nuovo questo? Dovrò essere cacciata dal mio Paese da cui sono stata già cacciata una volta?". La giornalista Aprile le chiede: "È una domanda provocatoria?". La senatrice a vita risponde: "È una domanda che ha una risposta".

Segre fa riferimento alle leggi razziali del 1938, a seguito delle quali lei, ebrea, fu costretta a fuggire dall'Italia. Catturata, mentre tentava la fuga con il padre verso la Svizzerta, fu mandata al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove le fu marchiato sull'avambraccio il numero 75196. Riuscì a tornare a casa, dopo un anno e mezzo di sofferenze e umiliazioni, e aver perso il padre e i nonni paterni.

Dopo decenni di vita riservata, dedicandosi solo alla famiglia, decise di fare testimonianza di quanto aveva vissuto, portandola nelle scuole e scrivendo libri e articoli, per sensibilizzare i giovani contro il razzismo e l'indifferenza. Per il suo impegno il 19 gennaio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'ha nominata senatrice a vita.

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