"Come ha potuto Antonio Ingroia paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra loro esiste una distanza misurabile in milioni di anni luce. Si vergogni". All'indomani delle durissime parole pronunciate al Tg di La7 da Ilda Boccasini, la polemica tiene ancora banco. E per certi versi diventa ancora più infuocata.
Perché l'ex procuratore aggiunto di Palermo, dopo aver spiegato ieri sera a Ballarò che "la Boccassini non ha letto le mie dichiarazioni, io ho detto cose diverse e cioè che ho percepito una reazione stizzita da parte di alcuni magistrati rispetto all’impegno in politica, così come accadde con Falcone quando andò a lavorare al ministero della Giustizia con Claudio Martelli. Non mi sono paragonato a Falcone, alla Boccassini dico che prima di sparare a zero è meglio informarsi prima di parlare", torna alla carica.
"Ho atteso finora una smentita, invano. Siccome non è arrivata, dico che l'unica a doversi vergognare è lei che, ancora in magistratura, prende parte in modo così indecente e astioso alla competizione politica manipolando le mie dichiarazioni. La prossima volta pensi e conti fino a tre prima di aprire bocca", ha dichiarato il candidato di Rivoluzione Civile.
Da che pulpito viene la predica, verrebbe da chiosare. Il magistrato siciliano, il cui presenzialismo nei salotti di Santoro, nei convegni della Fiom e dell'Idv, fino al famigerato convegno dai Comunisti italiani (dove si dichiarò partigiano della Costituzione) ha sempre sollevato aspre polemiche da parte di Anm, Csm, Magistratura Democratica e da colleghi illustri come Caselli e Spataro, ora fa la predica alla Boccassini, accusandola di invischiarsi nel dibattito politico.
Ma Ingroia tira dritto. E rincara la dose: "Quanto ai suoi personali giudizi su di me non mi interessano e alle sue piccinerie siamo abituati da anni. Mi basta sapere cosa pensava di me Paolo Borsellino e cosa pensava di lei. Ogni parola in più sarebbe di troppo".
Ingroia dunque, oltre a Falcone, cita pure Borsellino. E riesce a incassare anche la reprimenda del fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio. In una intervista a Vanity Fair, Salvatore Borsellino è netto. Sia con la Boccassini sia con Ingroia: "Contino entrambi fino a 30 prima di aprire bocca e lascino il nome di mio fratello fuori da questa campagna elettorale"
Ma il suo paragone con Falcone non è piaciuto solo alla Boccassini (che è tornata sulla vicenda con un laconico "lasciamo perdere"). Anche l'ex procuratore nazionale antimafia, ora candidato col Pd, Pietro Grasso ha criticato il parallelismo: "Giovanni Falcone ha fatto cose talmente eclatanti che oggi, paragonarsi a lui, mi sembra un fuor d’opera".
E pure Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso dalla mafia, ha sentito il bisogno di precisare alcune cose. Una su tutte l'ha detta in una intervista a Repubblica: "La storia di mio fratello è stata del tutto diversa. E non permetto a nessuno di parlare di Giovanni per autopromuoversi a livello politico". Ma Ingroia è uno abituato a contrattaccare, più che a difendersi.
E anche a Maria Falcone ha risposto a tono: "Alla signora Maria Falcone, con tutto il rispetto per il cognome che
porta, dico: si informi prima di parlare. Io non ho mai usato il nome di Giovanni Falcone per i voti. Lei invece sì, quando si candidò per prendere il seggio al Parlamento europeo e non venne neppure eletta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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