Insulti, provocazioni, intimidazioni. Tutte le minacce dei collettivi rossi

Da Giorgia Meloni fino ad Alessandro Giuli. Ecco tutti i bersagli dei ragazzi di Cambiare Rotta, il movimento giovanile di Potere al Popolo

Insulti, provocazioni, intimidazioni. Tutte le minacce dei collettivi rossi
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"Ad essere incriminate sono due mani sporche di sangue poste sul volto di Meloni e Bernini. Respingiamo con forza il tentativo di criminalizzazione che punta a rovesciare i ruoli, di quel sangue infatti loro sono responsabili, non vittime". Cambiare Rotta, sul suo profilo Facebook, risponde alle polemiche nate dopo la comparsa dei manifesti con i volti del premier Giorgia Meloni e del ministro del Miur, Anna Maria Bernini.

Ma gli attacchi nei confronti di vari esponenti di governo durano già da parecchi anni. Insulti, intimidazioni e minacce sono il pane quotidiano del movimento giovanile del partito di estrema sinistra, Potere al popolo. Il 15 ottobre 2022 di fronte al Colosseo è comparso uno striscione del movimento «Cambiare Rotta» con la scritta"Benvenuto presidente La Russa. La resistenza continua" in cui il cognome del presidente del Senato scritto a testa in giù, un chiaro riferimento a piazzale Loreto. Il 17 novembre 2023, i ragazzi di Cambiare Rotta sono scesi in piazza a Roma per manifestare in un corteo pro Palestina a cui hanno partecipato anche esponenti dell'organizzazione studentesca Osa e studenti palestinesi insieme ai quali hanno insultato il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara con slogan del tipo: "Pezzo di m...". E, proprio davanti al ministero in viale Trastevere è comparso un cartellone che raffigurava Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu che si stringono la mano e sono macchiati di sangue.

Il 17 febbraio 2024 si è ripetuta a Torino una scena molto simile con militanti di Cambiare Rotta, Potere al Popolo, USB e Rifondazione che sfilavano ad un corteo pro Palestina con in mano sempre un poster che ritraeva la stretta di mano fra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Poster che, poi, è stato bruciato in piazza. Pochi giorni dopo, il 24 febbraio, a Pisa avvengono violenti scontri tra i collettivi di sinistra e le forze di polizia con gli agenti che vengono schiacciati dai manifestanti che volevano sfondare il cordone e raggiungere l'area vietata. Anche in questo, la bandiera di Cambiare rotta ovviamente era presente. Il 20 marzo, invece, un gruppo di esponenti del collettivo Cambiare rotta ha fatto irruzione con le bandiere palestinesi nel teatro Manzoni di Bologna per contestare il ministro Bernini.

Il 28 settembre scorso, in occasione dell'ultimo esame che Alessandro Giuli doveva sostenere prima della discussione della tesi in Filosofia per, il collettivo comunista molto attivo all'università La Sapienza aveva annunciato una manifestazione di protesta che, però, non ebbe successo perché il neo ministro della Cultura anticipò la discussione dell'esame.

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