"Gli italiani apprezzano la riforma del premierato"

Sui social, col 54%, prevale un sentiment positivo verso il progetto presentato dalla Meloni

"Gli italiani apprezzano la riforma del premierato"
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Il 54% delle interazioni social esprimono un sentiment positivo nei confronti del premierato. È quanto risulta da uno studio condotto dal primo al 15 novembre, monitorando le conversazioni social di Facebook, Instagram e di X sul disegno di legge sul premierato.

“Le emozioni più associate a questo tema sono il sostegno e l’entusiasmo”, spiega Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, che ha condotto attraverso la piattaforma Human, un’analisi semantica sul premierato analizzando 2 milioni e 700mila interazioni. “Dalla top five dei temi più associati si evince che il premierato viene promosso perché la proposta è stata giudicata come un passo verso una maggiore democrazia dato che i cittadini possono scegliere direttamente il presidente del Consiglio”, aggiunge l’esperto che individua nella stabilità del governo e nella responsabilità della maggioranza che lo sostiene gli altri fattori vincenti. Chi, invece, la critica ritiene che questa proposta darebbe all’estremismo politico e ai partiti populisti di destra di incidere sull’elettorato e, infine, impedirebbe la nascita di governi di coalizione. “È interessante che Bruno Vespa, che si è schierato a favore del premierato con un video, ha quasi le stesse citazioni della Schlein. Come autorevolezza, dunque, - spiega Brunetti - il conduttore Rai, grazie a un semplice video, sta quasi alla pari della segretaria del Pd che ha recentemente riempito piazza del Popolo”.

Due sono gli elementi che favoriscono questo sentiment positivo verso il premierato: la comunicazione messa in campo da Giorgia Meloni “grazie a un video che è stato ben costruito” e la credibilità di cui gode ancora il presidente del Consiglio. “Non c’è una levata di scudi, ma prevale l’orientamento di chi crede che questa riforma sia una vittoria di democrazia, che dia maggiore stabilità e responsabilità. In sostanza, non sfonda il rischio della deriva autoritaria”, sentenzia Brunetti, convinto che la Meloni abbia ben utilizzato gli strumenti digitali a sua disposizione per spiegare bene il senso di questa riforma.

“I concetti sono ben esplicitati anche dalla Meloni: questa riforma rafforza la stabilità dei governi, rafforza il principio democratico e favorisce la coesione degli schieramenti evitando il trasformismo parlamentare”, sottolinea il fondatore di Vis Factor che conclude: “Finora, per tutta la Seconda Repubblica si è detto che si votava il presidente del Consiglio, ma in realtà vi era solo un’indicazione. Questa riforma colma un vulnus normativo, ma per gli italiani era già così nei fatti. Un anno fa era già chiaro che la Meloni avrebbe fatto il premier”.

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