«Il centrodestra è diviso, non riescono a formare un governo, a Mario Draghi erano bastati solo dieci giorni». Sembra già preistoria ma a ottobre dell'anno scorso Giorgia Meloni veniva accusata di impiegare troppo tempo a formare il suo governo dopo le elezioni del 25 settembre. In verità sono bastati 27 giorni per arrivare al giuramento il 22 ottobre 2022, una «gestazione» in piena media rispetto agli esecutivi degli ultimi venti anni. Ma sarà più complicato decidere i ministri di un esecutivo con altri tre partiti alleati, o i membri della segreteria di un solo partito? A occhio, la prima. Eppure, a più di un mese dalla vittoria alle primarie del 26 febbraio, Elly Schlein non è ancora riuscita a mettere d'accordo gli appetiti delle varie correnti dem e a designare i membri della segretaria nazionale del partito. Ha messo meno tempo la Meloni a scegliere la squadra di governo che la Schlein la squadra del suo partito, come fanno notare ironicamente sui social. Sono settimane che si annuncia un patto tra lei e l'area di Bonaccini, il candidato perdente a cui dovrebbe andare la presidenza, ma poi tutto sfuma e si rinvia. Anche adesso sembra che finalmente ci siamo per il complicato parto, forse, ma poi chissà se è vero. Oggi a Modena ci sarà una cena di autofinanziamento del Pd e si vedranno la Schlein e Bonaccini. Che sia la volta buona? «La segretaria sta lavorando per comporre il quadro della segreteria. Ci sono tutte le condizioni per proseguire il lavoro avviato con l'elezione di Stefano Bonaccini presidente del Pd e costruire, anche con l'apporto di figure che non hanno sostenuto Schlein, una segreteria e una squadra unita e compatta» assicura la nuova capogruppo Pd alla Camera, Chiara Braga, fedelissima di Elly. Tempi? «Penso che sia una questione di giorni, abbiamo la necessità di partire pienamente operativi». Dai, «a giorni» ce la possiamo fare. Un risultato comunque la Schlein lo ha già raggiunto. Dopo Nicola Zingaretti, è il segretario Pd che ha messo più tempo per nominare i vertici del partito. Il sito Pagella Politica ha fatto la classifica: «Il segretario che ha impiegato di più a formare la segreteria è stato Nicola Zingaretti, vincitore delle primarie del 2019. Zingaretti si è insediato ufficialmente come segretario il 17 marzo 2019 e ha nominato la sua squadra tre mesi dopo, il 15 giugno. Più staccato da Zingaretti c'è l'ex segretario Guglielmo Epifani, che nel 2013 ha impiegato 24 giorni per formare la segreteria, seguito da Matteo Renzi al suo secondo mandato (23 giorni) e da Walter Veltroni nel 2007 (21 giorni). Nel 2009 l'allora segretario Pier Luigi Bersani ha impiegato invece 17 giorni, mentre nel 2008 Maurizio Martina ci ha messo una settimana». Gli altri, da Franceschini a Letta, hanno messo solo 4 giorni, mentre Renzi al suo primo giro da segretario nel 2013 ha fatto più veloce di tutti: un solo giorno. In questa classifica di lentezza quindi la Schlein è già seconda, con 34 giorni.
Non un grande segnale di rinnovamento. Siamo al bilancino tra le varie aree del partito, quelle dei «cacicchi» e capibastone che la Schlein sembrava dover spazzare via. Invece, eccola alle prese con gli equilibri interni al Pd. Da più di un mese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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