Antonio Ingroia lascia la magistratura e passa alla politica. "È stata la decisione più sofferta dei miei 54 anni", sottolinea in una intervista a Repubblica. Adesso l'ex pm potrà occuparsi a tempo pieno dell'azione politica che, fino a quelche mese fa, faceva nelle Aule del tribunale di Palermo. Un impegno che, in realtà, è stato già bocciato dagli italiani che alle ultime elezioni politiche hanno dato una sonora batosta alla lista civica "Rivoluzione civile".
Durante una conferenza stampa nella quale ha annunciato l’assemblea nazionale del nuovo soggetto politico in programma per il 22 giugno, il leader di Azione Civile firmerà le dimissioni il 18 ad Aosta: "In quell'occasione restituirò le chiavi del mio ufficio al mio capo, Marilinda Mineccia". Anche se non ha ancora trovato un nome definitivo al partito battezzato qualche mese fa, perlomeno Ingroia ha finalmente deciso cosa fare della sua vita. Dopo un estenuante braccio di ferro con il Csm per il trasferimento alla procura di Aosta, l'ex pm di Palermo ha optato per la politica. In una intervista a Repubblica, ha spiegato che "per mesi" si è sentito "un uomo e un magistrato solo" ma non ha "mai smesso di difendere la Costituzione e di cercare la verità su chi, e soprattutto perché" ha ucciso "il suo maestro Paolo Borsellino". La decisione è stata presa dal magistrato "a malincuore" ma, ha quindi sottolineato, "non ci sono più le condizioni perchè tenga ancora indosso" la toga. "Sono così affezionato a questa toga - ha continuato - che sarei rimasto in magistratura se mi fosse stata data la possibilità di mettere a frutto la mia esperienza ventennale di pm antimafia in Sicilia. Ma c’è chi non vuole, il Csm in testa". Quindi ha puntualizzato: "Negli ultimi anni è cresciuto dentro di me il senso di estraneità rispetto alle logiche ’politichè del Csm e alle timidezze e all’ingenerosità dell’Anm nel difendere i magistrati più esposti della procura di Palermo". Proprio per questo, la decisione del trasferimento alla procura di Aosta è stata per Ingroia "una scelta punitiva con motivazioni politiche". E, infine, ha concluso dicendosi convinto che "la magistratura, nelle condizioni in cui si trova, non possa fare grossi passi avanti se non cambia la politica".
Ingroia non crede che Azione Civile si debba presentare da sola, soprattutto alle prossime hiedo al Movimento 5 Stelle di cessare di essere autoreferenziale perchè è lo stesso errore che ha portato la sinistra alla sconfitta. Ci si impegni per evitare l’assalto alla Costituzione che si profila europee: "Mi sono spogliato della toga, dico agli altri di togliersi le casacche e lasciare movimenti autoreferenziali".
Lex pm ha, infatti, invitato formalmente esponenti della società civile come Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Sergio Cofferati, Giuseppe Civati, Fabrizio Barca e Laura Puppato. Non solo. Il leader di Azione Civile ha chiesto anche al Movimento 5 Stelle di "cessare di essere autoreferenziale perché è lo stesso errore che ha portato la sinistra alla sconfitta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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