MilanoA 14 anni non si è ancora imparato a diffidare, sospettare, forse non si sa nemmeno quando si debba veramente temere il prossimo, averne paura e scansarlo a ogni costo. Soprattutto se il prossimo ha il volto di un ex fidanzatino, con il quale c'erano stati baci, abbracci, carezze, parole dolci e sms ardenti. No, a quell'età, in barba a tutti i rancori, anche un amore finito si trasforma il più delle volte in un'amicizia, in affetto. Non è stato così per la giovanissima Dolores (il nome è di fantasia, ndr), una studentessa di origine sudamericana che abita a Busto Arsizio. La sua denuncia risale al 10 dicembre ed è stata ascoltata, vagliata e analizzata fino all'inverosimile dai carabinieri della compagnia locale. Che, insieme alla Procura, al termine di interrogatori pressanti, controlli scrupolosi e incessanti incroci di dati, nei giorni scorsi hanno indagato per violenza sessuale di gruppo tre connazionali della giovanissima: l'ex fidanzatino, un 17enne e due amici maggiorenni di 19 e 22 anni del ragazzo, tutti residenti nella cittadina del Varesotto. Sono loro che nel tardo pomeriggio di quel martedì, con una scusa, hanno teso alla 14enne una vera e propria trappola. Attirandola in un'area isolata e periferica - i capannoni dismessi che circondano il parco del Museo del Tessile, un tempo zona di ditte del settore ora dismesse - e abusando di lei a turno. La violenza sessuale è stata confermata anche dalle visite mediche a cui è stata sottoposta Dolores.
«Manca solo la prova principe per incastrare i tre e inchiodarli definitivamente a tutte le loro responsabilità - spiegano gli investigatori -. La ragazzina sostiene infatti di essere stata filmata con il cellulare mentre veniva brutalizzata dai tre giovani sudamericani. E non abbiamo motivo di non crederle, visti i dettagli circostanziati che ci ha fornito sull'episodio e i riscontri, peraltro già ottenuti, sulla presenza delle celle relative alle utenze telefoniche dei ragazzi nel parco del Museo del Tessile e all'ora in cui è stato collocato temporalmente lo stupro».
Dopo il sequestro dei telefonini i tecnici dell'Arma ora stanno infatti cercando di ritrovare il filmato incriminato e i tempi non saranno brevi. Quelle immagini costituiscono un elemento d'importanza non secondaria, soprattutto dal punto di vista processuale, anche se è chiaro che il loro rinvenimento getterebbe un alone ancora più squallido e sconcertante sull'intera vicenda. Secondo indiscrezioni gli stupratori, infatti, volevano diffondere il filmato della violenza sessuale sul web.
La notizia dello stupro e dei tre indagati, riportata ieri in esclusiva dal quotidiano La Prealpina, ha suscitato, com'è facile immaginare, enorme sdegno e scalpore. Anche perché l'abuso della 14enne da parte dei tre ragazzi non sarebbe un gesto nato sul momento, ma concertato a tavolino, premeditato. Una vera e propria vendetta studiata insomma. Nella pagine del verbale dei carabinieri della compagnia di Busto Arsizio che riporta la denuncia di Dolores si racconta come dietro la violenza sessuale, infatti, ci sarebbe il desiderio di punire Dolores. «Colpevole», agli occhi dei suoi stupratori, di aver lasciato il più giovane di loro, il 16enne con il quale aveva appunto avuto una breve storia sentimentale conclusasi da poco e solo per volontà della ragazza.
Quel pomeriggio Dolores avrebbe accettato quindi fiduciosa l'appuntamento con quell'ex che ancora non si era rassegnato per aver «rotto» con lei e la implorava di ripensarci.
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