Il governo le taglia, e loro protestano. Le Province italiane scalpitano sotto la scure del premier Mario Monti e del ministro Filippo Patroni Griffi, al punto tale che il neo-presidente dell'Unione Province Italiane, il Pd Antonio Saitta, è arrivato a minacciare di chiudere il riscaldamento nelle scuole superiori, lasciando gli studenti al freddo o a casa con vacanze prolungate. La gente non l'ha presa bene, questa battuta, ma Saitta può contare sulla solidarietà dei suoi colleghi. Tutti? Pare proprio di no. Alcuni di loro hanno fatto sentire la propria voce di dissenso. Come il presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini, che sul proprio sito internet e via Facebook e Twitter ha bollato come "senza logica" la proposta di Saitta.
Salini, che fa? È presidente di una Provincia e non si oppone anche lei ai tagli alle Province?
"Se è per questo, le dirò di più: già da un anno vado dicendo che se anche abolissero in toto le Province non ci troverei nulla di male. E questo per il semplice motivo che non ci trovano nulla di male i cittadini, che fino a prova contraria io devo rappresentare. Avevo anche ipotizzato la fusione tra Cremona e Mantova ben prima che il governo ne parlasse."
Tagliare le Province significa anche tagliare la sua poltrona. Sicuro che la cosa non la tocchi neanche un po'?
"Per nulla. Ho iniziato a fare il presidente nel 2009, prima non facevo politica. Avevo e ho tuttora il mio lavoro. L'esperienza politico-amministrativa mi piace molto, e vorrei sicuramente continuarla; in caso contrario, torno tranquillamente al mio lavoro. E penso che tutti i politici dovrebbero essere in questa condizione."
Torniamo a Saitta: cos'è che l'ha infastidita nella provocazione del presidente dell'Upi?
"L'assurdità di coinvolgere gli studenti e le famiglie in una polemica di questo genere, come se fossero scudi umani. E poi l'inopportunità di un'uscita esagerata e fuori tempo. Saitta non è nuovo negli organi di rappresentanza delle Province: cosa ha fatto per impedire di arrivare a questo punto?"
Comunque c'è qualche cosa che non la convince nei tagli di Monti, oppure per lei va tutto bene?
"I tagli agli enti locali sono stati fatti male sia da Monti, sia da Tremonti. Stanno scaricando su chi è più a contatto con i cittadini le responsabilità di tagli che a livello centrale non stanno facendo. Ma invece di fare rivendicazioni assurde, come quelle di Saitta, io dico che le Province devono mettere sul campo quello che loro stanno facendo per contribuire a ridurre la spesa e per gestire meglio la cosa pubblica. Solo così – e non sbraitando – la loro posizione diventa credibile."
E lei cosa sta facendo per cambiare la gestione della cosa pubblica?
"Al di là di tutti i tagli per le spese superflue (la riduzione su spese di rappresentanza e comunicazione rispetto a chi mi ha preceduto viaggia su percentuali vicine al 90%), a Cremona abbiamo deciso di fare un'azione incisiva sul patrimonio pubblico: creare un fondo immobiliare cui verrà conferito l'intero patrimonio della Provincia, consentendo una forte riduzione della spesa corrente dell'Ente e una vera valorizzazione degli immobili stessi. Poi abbiamo deciso – unica Provincia in Italia dopo il referendum del 2011 – di avviare un piano per il servizio idrico affidato a una società mista pubblico-privata: una soluzione che non è in contrasto col referendum, e che porterà a una migliore gestione del servizio, perché il pubblico da solo genera sprechi. E poi le aggregazioni dei Comuni, che porterà dagli attuali 115 municipi ad avere 11 unità amministrative."
Niente tagli alle scuole quindi?
"Sull'edilizia scolastica pubblica continuiamo ad investire."
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