L'asse Letta-Colle è già in moto Vietti il favorito per la Giustizia

Palazzo Chigi e Napolitano pronti a sostituire la Guardasigilli se lascia. In prima linea il vicepresidente Csm, spunta pure Amato. Ma non si esclude il ricorso al tecnico "jolly"

L'asse Letta-Colle è già in moto Vietti il favorito per la Giustizia

Roma - Il quadro è cambiato, si confortano nella torre di Babele che domina tra largo Chigi e piazza Madama. Ma le lingue restano diverse, e taluna non mancherà di mostrarsi biforcuta. In realtà il quadro sta ancora cambiando e il movimento impresso dalla scissione del Pdl, la deberlusconizzazione del governo come viene gioiosamente definita nell'entourage di Enrico Letta, pone una serie di questioni che non è detto rafforzino la squadra. Se tramontano le «larghe intese» ecco l'avvento di quelle «strette»: sarà in grado il governo di reggere alla crescita delle responsabilità?
I giorni precipitano, e incombono «scelte coraggiose», come diffonde la macchina di stampa e propaganda di Pd e zone limitrofe. La prima di esse arriva dopodomani, con la mozione di sfiducia per la ministro guardasigilli Annamaria Cancellieri, e il filo diretto tra Palazzo Chigi e Quirinale cerca un bandolo che districhi la matassa. Si arruolano artificieri in grado di disinnescare un timer che minaccia di mandare a monte l'intera architettura ordita nelle settimane precedenti.
Le pezze cucite da Giorgio Napolitano per coprire il «buco» rischiano di saltare. Troppo precipitosamente, all'uscita delle nuove telefonate che smentivano le giustificazioni della ministra, il Colle ha ritenuto di convocarla (la seconda volta in poche settimane) ufficialmente per «parlare della questione carceraria». E quindi licenziarla sotto lo scudo di un «auspicato ulteriore pieno sviluppo dell'azione di governo avviato dal ministro della Giustizia». Siccome poi il mondo (anche quello politico) non è del tutto disposto a farsi «prendere per il c...», fresco eufemismo usato ieri da Pippo Civati, la blindatura Letta-Napolitano alla Cancellieri oggi mostra tutte le crepe del caso, anche perché la Guardasigilli potrebbe finire sul registro degli indagati. Così negli ultimi giorni s'è fatta strada l'idea di anticipare i tempi e teleguidare l'avvicendamento della Cancellieri in via Arenula. Una linea senza traumi e scossoni, come pretende il Quirinale, che teme molto il deflagrare della situazione nelle mani del premier.
La Cancellieri ha già dato la sua disponibilità alle dimissioni, «qualora fossi d'intralcio», e la rinnovata maggioranza «Alf-etta» ora si sente più forte, dunque in grado di poter procedere. I contatti per una successione vedono in prima fila il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, in scadenza a luglio. E in effetti, a giudicare dall'attivismo dialettico, il Nostro pare crederci sul serio. Senonché il nome di Vietti viene considerato in quota Udc-Casini, già sovradimensionato dopo la scissione di Scelta civica (che non a caso chiede un riequilibrio, così come i socialisti di Nencini).
Possibile alternativa: la personalità per tutte le stagioni, tipo Giuliano Amato, il cui nome ieri veniva fatto circolare da Dagospia. Ma l'«ex-tutto» è poco propenso a barattare nove anni da giudice costituzionale per un anno da precario nel governicchio. Sul filo del riequilibrio politico nel governo è perciò da considerare una candidatura-premio per Renato Schifani, uno degli uomini che in questo momento si sente più vicino al Colle. Ma le ombre delle inchieste di cui è oggetto in Sicilia (indagato per concorso esterno in associazione mafiosa) ne sconsigliano la chiamata.

Ecco perché solo dal cilindro dei «tecnici» di Napolitano - un Giovanni Pitruzzella o un Michele Ainis - potrebbe uscire la carta vincente. Il jolly che Letta sarebbe pronto a giocare d'anticipo nelle prossime ore, Procura di Roma permettendo.

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