Il disco rotto di Landini, va in piazza con il solito obiettivo: attaccare il governo

Dal lavoro alla difesa della Carta, passando per l'autonomia differenzia e "una politica di pace": una manifestazione tanto ricca quanto strumentale

Il disco rotto di Landini, va in piazza con il solito obiettivo: attaccare il governo
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Dopo aver lanciato lo sciopero generale preventivo, la Cgil è pronta a tornare in piazza. Insieme a una rete di oltre cento associazioni laiche e cattoliche – riunite nell’assemblea “Insieme per la Costituzione” – il sindacato manifesterà a Roma il prossimo 7 ottobre “per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l'attuazione della Carta, contro l'autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare, per una politica di pace”. Tanti temi, molto diversi tra di loro, e un unico obiettivo: attaccare il governo con ogni mezzo possibile. Inizialmente prevista per il 30 settembre, la manifestazione è stata posticipata di una settimana e arriva dopo l'appuntamento del 24 giugno scorso in piazza del Popolo in difesa del diritto alla salute e per il rilancio della sanità pubblica.

"Difendiamo la Costituzione che va attuata e non stravolta", è l'appello da cui partono la Cgil e la rete di associazioni laiche e cattoliche nel documento "Insieme per la Costituzione" approvato a fine maggio e che ha dato il via alla mobilitazione. La mobilitazione firmata Cgil prosegue senza sosta e mette nel calderone ogni argomento possibile: dal contrasto al lavoro povero all’aumento di salari e pensioni, passando per il “niet” all’autonomia differenziata. Quest’ultima rea di portare “alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori” secondo il documento diramato. E ancora, Cgil & Co. in campo contro l’elezione diretta del capo del governo e per “una politica di pace intesa come ripudio della guerra”. Il solito giro di parole per dire no all’invio di armi all’Ucraina.

Ogni occasione è buona per provare a destabilizzare il governo. L’ultima trovata di Landini è emblematica, ovvero lo sciopero generale contro la manovra. Un’iniziativa preventiva, già sancita ancor prima di leggere la legge di bilancio firmata dall’esecutivo Meloni. Il segretario Cgil ha invocato una discussione seria tra governo e sindacati: “Ci sono una serie di tavoli finti. Quello che noi stiamo rivendicando e scenderemo in piazza anche per questo”, il suo j’accuse.

Manifestare nel cuore di Roma diventa quasi un obbligo dal punto di vista landiniano, pronto a battersi anima e corpo per il salario minimo firmato Conte e per altre strampalate iniziative della sinistra. Una cosa è certa: tra scioperi e manifestazioni, la Cgil è pronta a tutto per interpretare il ruolo da protagonista tra le forze di opposizione.

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