Schiaffo della Lega a Formigoni: "Si voti ad aprile insieme alle politiche". Il governatore: "Accordi diversi"

Trema il Pirellone. Il Carroccio stacca la spina: "Elezioni ad aprile". Ma il governatore non ci sta: "Gli accordi presi giovedì erano diversi". La replica di Maroni: "Nessun accordo sulla fine della legislatura"

Schiaffo della Lega a Formigoni: "Si voti ad aprile insieme alle politiche". Il governatore: "Accordi diversi"

La presidenza della Regione Lombardia ha i mesi contati, almeno stando a quanto ha deciso il Carroccio che in mattinata ha fatto sapere che ad aprile si voterà per le politiche e anche per il Pirellone. Ma Roberto Formigoni non è d'accordo e dopo una giornata di polemiche lo dice chiaramente: "L’accordo firmato giovedì con Alfano e Maroni è diverso da quanto è emerso oggi". La polemica è aperta.

Questa mattina il Consiglio federale della Lega Nord, dopo un vertice nella storica sede di via Bellerio, ha deciso di staccare la spina entro aprile. Giusto in tempo, cioè, per cambiare la legge elettorale regionale e quella di bilancio, uniche priorità della Lega. Da via Bellerio, poi, parte un diktat per i propri consiglieri regionali. Quelli che sono stati (o saranno) rinviati a giudizio devono dimettersi "immediatamente".

Il Carroccio lombardo, esaminata la vicenda, ha dato mandato a Roberto Maroni, di "gestire la questione sia per quanto riguarda il nuovo assetto regionale che per la durata della legislatura regionale". Uno smacco per il predesidente della Regione. Già ieri Umberto Bossi aveva detto che si sarebbe votato tra qualche mese, ma Formigoni aveva ribattuto che "la Lega è Maroni e Maroni durante l'incontro con il Pdl non ha chiesto il voto anticipato". Oggi Formigoni aveva ribadito la sua contrarietà a una giunta "a tempo" e a un eventuale appoggio esterno della Lega. Oggi è scoppiato il caso.

Durissima la replica del presidente della regione: "L’accordo che abbiamo firmato giovedì con Alfano e Maroni è diverso da quello che è emerso oggi. Io - ha osservato il governatore della Lombardia - ritengo che se la Lega ha cambiato posizione, ce ne spiegherà le ragioni, ci dirà il perché e ragioneremo insieme. Certamente questo è il momento in cui ognuno deve essere chiaro. Il Popolo della libertà è pronto ad assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie scelte e anche io come presidente farò le mie scelte. Però ritengo che la Lega ci farà sapere con chiarezza le sue posizioni". E poi una bordata sull'ipotesi del voto ad aprile: "Ritengo veramente difficile e sconveniente infliggere alla Lombardia un lungo periodo di attesa. Questo lo riterrei assolutamente sbagliato".

A stretto giro di posta arriva la replica del segretario della Lega Roberto Maroni: "L’intesa raggiunta a Roma con il segretario del Pdl Angelino Alfano riguardava esclusivamente l’azzeramento della giunta regionale della Lombardia e la realizzazione di una nuova legge elettorale regionale, mentre non conteneva alcun riferimento alla durata della legislatura". Ma il governatore non ci sta e continua il botta e risposta: "Come riconosce lo stesso Maroni giovedì non abbiamo mai parlato di fine della legislatura. Parlarne oggi è tentare di cambiare l’accordo".

"Votare domani mattina, non si può, occorrono 90 giorni, per legge. Dopo 15 anni di Regione Lombardia, però, Formigoni può lasciare il testimone", ha detto il segretario lombardo, Matteo Salvini, "Farebbe bene a rendersene conto anche lui perchè sarebbe utile essere ricordato per le cose buone fatte e non per le schermaglie delle ultime settimane". In ogni caso l'ultima parola viene lasciata alla base: "La decisione di oggi verrà sottoposta a referendum il 20 e il 21 ottobre: 1500 gazebo nelle piazze lombarde per chiedere ai cittadini se condividono scelta di votare in aprile e chi vorrebbero come governatore della Lombardia". Roberto Maroni, incalzato dai giornalisti, ribadisce: "La nostra linea è chiara". Ma le polemiche non si spegnono e Ignazio La Russa attacca: "La decisione odierna della Lega mi stupisce: arriva due giorni dopo l’incontro tra Maroni, Formigoni e Alfano in cui si era escluso, per evitare di penalizzare la Lombardia, di anticipare la fine anticipata della Giunta. Mi viene da domandare a Maroni: cosa è cambiato? Piuttosto si vada a votare subito. Non c’è bisogno di aspettare marzo o aprile ".

Stupore anceh da parte di Maurizio Gasparri: "Non ho partecipato alla riunione tra Alfano, Maroni e Formigoni ma ero lì nella sede del partito e li ho visti al termine della riunione. Confermo che avevano raggiunto un’intesa per una profonda revisione della situazione.

Non si possono prendere impegni e poi tradirli un secondo dopo, non posso credere che si possa cancellare un accordo preso 48 ore fa senza spiegazioni» e anticipa che «servirà un chiarimento con la Lega. Mi auguro che Maroni abbia un telefono a portata di mano, parli con Alfano o Berlusconi e chiarisca"

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