Legato all'albero e seviziato dagli amici

Il giorno dopo arrivano le mezze ammissioni. Il «giorno dopo»... Con la preside che è costretta ad ammettere: «Qualcosa c'è stato...». Un «qualcosa» che ha l'effetto di un pugno nello stomaco. Già, i pugni. Ne avrebbe presi tanti un bambino di 10 anni che frequenta una scuola elementare di Firenze nel cui giardino si sarebbe consumato di un episodio di bullismo: lui legato a un albero e colpito da una decina di suoi coetanei. Baby persecutori che non si sarebbero limitati alla violenza fisica, ma lo avrebbero anche offeso e umiliato psicologicamente. Difficile immaginare come a 10 anni si possa essere tanto malvagi, ma gli psicologi dell'infanzia ci insegnano che la grandezza della cattiveria è spesso inversamente proporzionale alla piccolezza anagrafica dei carnefici. A riferire la cronistoria dell'incubo, che avrebbe preso forma durante la pausa della ricreazione, è stato ieri il quotidiano La Nazione. Che è giunta alla seguente conclusione: «Quello che era iniziato come una specie di “gioco della guerra“ si sarebbe in realtà trasformato nell'atto più crudele di una serie di sopraffazioni che il piccolo di dieci anni avrebbe ripetutamente subito a scuola». Per fortuna i genitori della vittima si sono accorti che nel figlio qualcosa non andava e si sono allarmati. Poi hanno visto quei lividi, e i dubbi sono diventati certezze. Il piccolo è stato portato in ospedale dove i medici hanno confermato che quei segni erano la prova che qualcosa di brutto era accaduto. E che forse era accaduto anche più di una volta. I sanitari per comprovare il loro referto hanno pure hanno scattato una serie di foto che documentano le lesioni: «ematomi e morsi in varie punti del corpo».
Il caso coinvolge adesso direttamente la scuola, accusata dal padre e dalla madre del bambino di non aver vigilato a sufficienza. Il papà dell'alunno si è infatti rivolto a un avvocato, che ha scritto una raccomandata al dirigente dell'istituto, mettendo formalmente in mora la scuola elementare, chiedendo i danni per quanto avvenuto e preannunciando la presentazione di una denuncia all'autorità giudiziaria. La preside della scuola ha confermato l'accaduto, spiegando di aver già convocato gli insegnanti della classe dove è avvenuta la vicenda, definendola «una cosa pesante» e sottolineando comunque «la difficoltà» di controllare tutti i bambini in una struttura immersa in un grande giardino. «Magari stavano davvero giocando, non si sono resi conto che stavano passando il limite», queste le sue parole che non servono certo a ridimensionare la gravità del gesto. Da parte sua il legale della famiglia del bimbo non fa sconti: «In quella scuola non è stato adeguatamente svolto il dovere di sorveglianza e vigilanza imposto dalla legge».
Il racconto del ragazzino, riportato dall'avvocato nella sua denuncia, presenta tinte forti: «Il bambino, durante l'orario scolastico e in particolare nel corso della ricreazione, è stato in più occasioni e in giorni diversi legato e immobilizzato, assieme ad un coetaneo, da parte di un gruppo di otto/nove compagni, percosso con pugni, morsi, calci, offeso e vilipeso in svariate maniere».

La preside assicura: «Proprio nei giorni scorsi abbiamo deciso di organizzare un progetto sul bullismo assieme all'università di Firenze. Partirà a settembre: la classe con cui farlo ce l'abbiamo già...». Meglio tardi che mai.

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