Via libera della Camera al decreto sulle Ong

Da Montecitorio disco verde al documento con 187 Sì: adesso la palla passa al Senato, voto a Palazzo Madama previsto entro il 3 marzo

Via libera della Camera al decreto sulle Ong

É stato approvato dalla Camera il cosiddetto "decreto Ong", il documento cioè con il quale il governo intende regolamentare il comportamento delle Ong. I voti a favore sono stati 187, 139 invece contrari e tre gli astenuti. Adesso la palla passa al Senato, con l'aula di Palazzo Madama che ha tempo fino al 3 marzo per la definitiva conversione in legge del decreto.

Il voto alla Camera

Il primo via libera a Montecitorio sul decreto Ong è arrivato ieri pomeriggio. Il governo sulla questione ha posto la fiducia e, al termine della votazione, sono stati registrati 202 voti favorevoli. Nella mattinata di oggi era quindi previsto il voto finale. L'esito ha rispecchiato quasi fedelmente la composizione politica dell'aula. Hanno infatti votato a favore tutti i membri del centrodestra presenti, contrarie invece le opposizioni. Non solo il Pd, ma anche il Terzo Polo e il Movimento Cinque Stelle.

Il testo è divenuto noto nei giorni scorsi soprattutto per le previste regolamentazioni delle operazioni delle Ong. Le navi umanitarie, in particolare, da adesso in poi dovranno attenersi a specifiche regole nell'attuazione dei salvataggi di migranti in mare. In primis, è fatto loro obbligo di coordinarsi con le autorità marittime competenti. Inoltre, nel decreto varato il mese scorso dal governo e trasmesso poi alle camere, è stato previsto il divieto di sostare per più giorni in una specifica area. Le navi che hanno preso a bordo i migranti, dovranno subito tornare quindi verso il porto indicato dalle autorità italiane.

"L'intervento normativo serve a declinare le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali in materia di diritto del mare - si legge nella relazione tecnica presentata alla Camera - Il secondo obiettivo è quello di disciplinare più compiutamente gli effetti della violazione del limite o del divieto di transito e sosta nel mare territoriale, disposto nei confronti della nave che abbia recuperato persone discostandosi dall'osservanza delle richiamate condizioni, facendo salvo il richiamato principio di salvaguardia dell'incolumità delle persone presenti a bordo, senza far venire meno l'esercizio della potestà sanzionatoria rispetto alla commissione di illeciti".

Reazioni e polemiche

Soddisfazione per il voto odierno è stata espressa dai rappresentanti del governo. "Il testo sulle Ong è un testo che dà delle regole - ha dichiarato il vice presidente del consiglio Antonio Tajani - Non c'è nessun atteggiamento contrario all'Ong, ma ci sono regole che vanno rispettate da tutti. Nessun dubbio sulla necessità di soccorrere chi è in mare ma un conto è il soccorso in mare e un conto è l'uso taxi, questo non va bene. Lo Stato italiano aiuta e salva tutti coloro che sono in difficoltà, con la Guardia di Finanza e la Capitaneria di porto".

Di segno opposto ovviamente le reazioni delle opposizioni. "Facciamo un'operazione di verità. Questo non è un 'ecreto per la gestione dei flussi migratori, ma un decreto contro le Ong o, meglio, un decreto contro i salvataggi in mare. Punto - ha dichiarato in aula il deputato del Pd Matteo Mauri - Con un decreto di poche righe, un decretino, producete un danno immenso per migliaia di donne, uomini e bambini così disperati da mettere le proprie vite nelle mani di trafficanti senza scrupoli".

Non sono mancate critiche ovviamente dal mondo delle Ong. "Si tratta di una norma disumana - ha tuonato l'Ong tedesca Sea Watch - che criminalizza l’attività delle navi civili, nega il diritto internazionale e istituzionalizza l’omissione di soccorso. Una legge propaganda che, in mare, causerà più morti".

La reazione di Sea Watch è probabilmente anche figlia della polemica innescata ieri da 65 deputati tedeschi, i quali hanno scritto una lettera ai colleghi italiani per chiedere di non votare il decreto. Un'intromissione, quella dei deputati del Bundestag, motivata da loro con la necessità di "garantire il rispetto del diritto internazionale".

Il governo ha però tirato dritto. Del resto, il dcreto sulle Ong, voluto in primo luogo dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, è stato a gennaio presentato come una delle prime mosse dell'esecutivo in tema di immigrazione.

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