Bologna - Non è escluso che l'inchiesta della Procura di Bologna sui fondi regionali ai partiti possa estendersi anche all'assemblea regionale. Prenderebbe così corpo un secondo filone d'inchiesta dopo quello aperto dai pm Plazzi e Scandellari per peculato e che sta mettendo a soqquadro ii gruppi consiliari. Al termine della giornata di ieri, con la Guardia di finanza tornata negli uffici della Regione Emilia Romagna, sono stati portati via i documenti del Pdl e dell'Udc. Oggi, a Bologna festa del Patrono, i finanzieri torneranno per portare via i documenti di Pd, Idv e Movimento 5 Stelle.
Il clima ieri nelle torri di Kenzo era da fuggi fuggi. Poca voglia di parlare, fotocopiatrici bollenti. In tutto la Finanza stima che saranno circa 400 i faldoni che alla fine dei blitz verranno portati nella sede Gdf della Ponticella. L'occhio della Procura per il momento è su quei 4,8 milioni di euro che la Regione ha elargito ai partiti in soli due anni. Ma è chiaro che, come successo anche in passato, in questi casi sono tanti i filoni che potrebbero aprirsi. Negli ultimi tre anni infatti la Procura felsinea ha messo piede in Regione sei volte, ogni volta trovando qualche cosa su cui indagare: dallo scandalo Delbono a Terremerse.
I partiti ostentano tranquillità e trasparenza. È il caso dell'Italia dei Valori, che solo ieri ha pubblicato on line il bilancio 2010. Bilancio apparentemente virtuoso, in cui i dipietristi scrivono di aver ricevuto dalla Regione nei primi sei mesi di legislatura la bellezza di 250mila euro e di averne spesi 184mila, lasciando quindi un saldo attivo di 67mila euro da mettere a bilancio nel 2011. Tutto normale, anche se c'è chi già maligna che non si è mai visto un gruppo che consegna alla Regione a fine legislatura i soldi non spesi. Di solito si fa sempre pareggio. A guardare il dettaglio del rendiconto le sorprese non mancano. Il gruppo ha speso la bellezza di 17mila euro per organizzare nel dicembre 2010 una serata al Paladozza: «Il dittatore del bunga bunga». Un evento di partito in realtà, e non di gruppo, dove figurò anche un patrocinio fittizio della Regione e nel quale con la compagnia di giro antiberlusconiano, da Travaglio a Ingroia, oltre all'inventore della battaglia anticasta Sergio Rizzo, si sparò a zero su Berlusconi, all'epoca a Palazzo Chigi. Tutto con soldi pubblici destinati all'attività del gruppo Idv. Spulciando si notano poi spese faraoniche per convegni, come i 14mila euro per «I primi cento giorni in Regione»: c'è scritto che ai partecipanti, circa 500, venne offerto un rinfresco. Ma i punti oscuri sono tanti, come rivela al Giornale Valerio D'Alessio, in quel periodo dipendente Idv in Regione: «Io quel convegno non lo ricordo spiega - dei primi cento giorni si parlò solo nell'assemblea in cui venne eletta segretaria regionale Silvana Mura, ma non ci fu alcun banchetto e nemmeno c'erano 500 persone». Mostriamo a D'Alessio anche le voci degli altri convegni. Anche qui la risposta è la stessa: «Non ricordo questo convegno sulla Costituzione dove sono stati spesi 3.400 euro e nemmeno quello sull'articolo 54 della Costituzione che è stato pagato 7.300 euro. Quando organizzavo io gli eventi spendevo a volte anche cento euro, insomma certe cifre mi lasciano allibito».
Curiosi poi i 22mila euro per l'iniziativa «I consiglieri incontrano i cittadini nelle piazze» per i referendum sull'acqua e il nucleare. Ancora D'Alessio: «22mila euro per andare nelle piazze? Ma quando mai? Per quegli eventi il gruppo ricevette anche il rimborso elettorale e i banchetti furono organizzati dai volontari».
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