Lilli la fossa

Ma scusate, chissenefrega delle star di La7 che in ogni caso emigreranno e non faranno certo la fame: il fatto grave è il ventilato licenziamento di venticinque giornalisti, vero cuore operaio di quell’informazione tambureggiante a cui si era soliti associare La7. Certo, si è dissolta l’aura magnetica di Giuliano Ferrara, ed è triste, se n’è andato anche Piero Chiambretti, sai che perdita, per fortuna resta Gad Lerner che per suonare i suoi assolo invita ogni volta un’intera orchestra di amici. Ma i giornalisti licenziati? Su Liberazione del 17 settembre c’era un’incredibile intervista ad Adalberto Baldini, uno del comitato di redazione di La7: gli chiedevano dei tagli e lui rispondeva citando con preoccupazione Crozza Italia, Le invasioni barbariche, Exit, i programmi anziché le persone, e poi ancora il duopolio, Veltroni, roba da vigilanza democratica: mentre dei possibili licenziamenti dei giornalisti (tipo lui) invece non una parola, un sospetto.

E parliamo dei colleghi di Omnibus, dei rotocalchi, delle dirette che spesso fungevano da servizio pubblico sostitutivo anche per merito di Antonello Piroso, uno che, pur ipersensibile all’equi-lontananza dai politici (genere Mentana) resta quanto di meglio c’è in giro. Ce ne accorgeremmo se, come dicono, Lilli Gruber si apprestasse a sostituirlo: segno finale che a La7 gliela stanno proprio scavando.

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