L'ironia di Adolf

Vivendo di scrittura siamo molto sensibili a tutto ciò che riguarda la libertà di parola, le intimidazioni, le censure... Personalmente ci battiamo per la liberalizzazione della satira, le battute, i giochi di parole, l'ironia, lo sfottò. E sarà anche vero che le parole sono qualcosa di troppo serio per lasciarle in mano ai giornalisti. Ma sempre meglio che ai politici

Il ministro Adolfo Urso
Il ministro Adolfo Urso
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Vivendo di scrittura siamo molto sensibili a tutto ciò che riguarda la libertà di parola, le intimidazioni, le censure... Personalmente ci battiamo per la liberalizzazione della satira, le battute, i giochi di parole, l'ironia, lo sfottò. E sarà anche vero che le parole sono qualcosa di troppo serio per lasciarle in mano ai giornalisti. Ma sempre meglio che ai politici.

Ecco perché siamo rimasti senza parole - questo ad esempio è un pessimo calembour quando abbiamo saputo che Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha chiesto ben 500mila euro al Foglio e al Riformista (ai loro direttori e ai giornalisti Luciano Capone e Annarita Digiorgio) per aver criticato la sua politica industriale statalista e averlo chiamato cosa che ritiene diffamatoria «Adolfo Urss».

Cosa che a noi peraltro fa molto ridere.

Invitiamo Adolfo Urso a ripensarci. Ricordandogli che, incidentalmente, è ministro del Made in Italy, cioè della creatività italiana. E cosa c'è di più creativo, peculiare e unico al mondo della predisposizione italiana alla beffa, lo scherzo, la boutade, il motto di spirito, da Plauto a Monicelli, dal Belli ai parlamentari?

La critica è il sale della democrazia. L'ironia il pepe del giornalismo.

E la commedia l'essenza dell'italianità.

E comunque 500mila euro sono uno sproposito. Ministro, Le chiediamo almeno di trattare. Perché non stipula un patto di non belligeranza? Un patto tipo quello Ribbentrop-Molotov. Detto anche «Adolf-Urss».

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