"Livorno è troppo lontano". Ora la sinistra si lamenta del porto assegnato alle Ong

Livorno non sarebbe adeguato come porto perché costringerebbe le navi delle Ong a navigazioni più lunghe: "Significa perdere quattro giorni..."

"Livorno è troppo lontano". Ora la sinistra si lamenta del porto assegnato alle Ong

La nave Life Support di Emergency è attraccata questa mattina al porto di Livorno, facendo sbarcare oltre 140 migranti che si trovavano a bordo. Livorno è stato il porto sicuro scelto dal ministro Matteo Piantedosi per la nave della Ong ma pare che questa decisione non sia stata particolarmente gradita, né dalle organizzazioni non governative, né dalla sinistra. Dalla Spagna, una Ong che opera nel Mediterraneo ha già annunciato che nel caso in cui l'Italia dovesse andare avanti e procedere con il codice di comportamento per le Ong, così come annunciato, sarà costretta a fermare le navi. Una decisione che non trova logica, considerando che, oltre all'Italia, ci sono altri Paesi sicuri che si affacciano nel Mediterraneo, ma soprattutto che l'Italia non negherà i porti alle Ong che rispetteranno le sue regole.

"Occorre rilevare che è assolutamente insolito che si utilizzi per gli sbarchi un porto così lontano dal luogo in cui si raccolgono i migranti che, pur trovandosi in condizioni molto precarie, in questo modo sono costretti a stare in mare più tempo", ha dichiarato l'assessore regionale alla protezione civile della Toscana, Monia Monni, eletta tra le fila del Partito democratico. L'assessore, fornendo un assist alle Ong, ha anche aggiunto: "Anche per le navi di salvataggio significa perdere quattro giorni ed essere sottratte ai salvataggi. Senza contare che persone già molto provate fisicamente e psicologicamente sono costrette a passare un periodo molto più lungo in mare".

Probabilmente, l'assessore non sa che di norma le navi delle Ong non si limitano a un solo intervento in mare ma solo solite restare in acque internazionali davanti alla Libia fino a quando non raggiungono la capacità massima. Il che significa obbligare alla permanenza a bordo tutti quei migranti raccolti con i primi interventi, spesso ben più a lungo dei quattro giorni necessari per raggiungere Livorno. E il nuovo codice di condotta del governo per le Ong va proprio in questa direzione. Infatti, dalle prime indiscrezioni trapelate, pare che sia intenzione dell'esecutivo imporre alle navi la richiesta di porto sicuro dopo il primo intervento, senza attendere giorni in mare in attesa di altri migranti.

Ed è questo che il governo italiano ha fatto questa volta con la Life Support e con la Sea-Eye 4. Peccato che, entrambe, abbiano deliberatamente ignorato le indicazioni italiane, effettuando un altro intervento ciascuna a porto già assegnato. "La nave Life Support di Emergency, dopo aver avuto il permesso di sbarco per il suo carico di 70 migranti, a dir loro in condizioni 'disperate' ha fatto dietrofront in modo totalmente arbitrario, per caricare altri 72 migranti", ha sottolineato la deputata Chiara Tenerini, di Forza Italia.

L'azzurra ha poi aggiunto: "La scelta del ministero dell'Interno di definire Livorno 'porto sicuro' non può essere una ragione per operare scelte contrarie al codice di condotta che tutte le Ong hanno il dovere di seguire". La macchina organizzativa di Livorno si era adoperata per accogliere meno di 100 migranti in due navi ma in conseguenza dei due successivi interventi deve far fronte a una mole di lavoro più che doppia.

"È opportuno intervenire con un piano serio e articolato per evitare gli sbarchi incontrollati. Ciò non solo nell'interesse del territorio, ma dei migranti stessi che non possono essere usati in modo pretestuoso nelle controversie tra il governo e le Ong", ha concluso Chiara Tenerini.

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