Sul caso kazako interviene anche l'Onu. Le circostanze dell’espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov danno "l’impressione che si sia trattato di una extraordinary rendition" (rapimento straordinario, la stessa formula utilizzata per il caso di Abu Omar). Ad affermarlo sono stati tre esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite in un comunicato dell’Alto commissariato dei diritti umani. Nella nota, i funzionari dell'Onu chiedono a Italia e Kazakistan un "rapido ritorno" di madre e figlia. Il rapporto Onu ricorda che nel 2011 Ablyazov ottenne asilo politico nel Regno Unito, paese che lasciò dopo che la polizia britannica lo mise in guardia sostenendo che la sua vita era in pericolo. Ablyazov è un ex prigioniero politico e oppositore del presidente Nursultan Nazarbayev.
I tre esperti dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani di Ginevra riscontrarno una similitudine con la pratica illegale delle "extraordinary rendition", avviate dopo il 2001 dagli Usa contro i presunti terroristi che venivano prelevati e rinviati nei loro paesi d’origine, a rischio di subire violenze.
"Alla luce delle possibili gravi implicazioni di questo caso, chiediamo sia alle autorità italiane e kazake di collaborare per cercare un accordo diplomatico per facilitare ilrapido ritorno (in Italia) delle deportate, esortiamo sia l’Italia che il Kazakistan a continuare a investigare e a punire i responsabili", hanno aggiunto i tre esperti Onu.
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