L'opposizione nuda davanti alle elezioni

A parte il "fortino Emilia" Elly Schlein e compagni in queste elezioni non tireranno fuori un ragno dal buco.

L'opposizione nuda davanti alle elezioni
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Nemmeno tre mesi fa per la tornata delle elezioni regionali di questo autunno (Liguria, Umbria, Emilia Romagna) si pronosticava un tre a zero per il centro-sinistra. Anzi, a dir la verità, nel cosiddetto campo largo un risultato simile era dato per sicuro. Ora molto probabilmente, se i sondaggi della vigilia si dimostreranno veritieri, la partita si chiuderà con un 2 a 1 per il centro-destra. A parte «il fortino Emilia» Elly Schlein e compagni in queste elezioni non tireranno fuori un ragno dal buco. Del resto basta guardare la foto di gruppo con cui il «campo monco» ha chiuso la campagna elettorale in Umbria - Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli senza nessuna sottospecie di centrista - per rendersi conto che quei mondi si sono trasferiti su Marte: è come se i democratici negli Stati Uniti pensassero che il nome alternativo a Kamala Harris per vincere Trump sarebbe dovuto essere quello del radicale di sinistra Bernie Sanders. Chiunque avesse proposto una simile ipotesi prima del voto ma anche adesso per risalire la china, al di là dell'oceano sarebbe stato accompagnato ad un centro di igiene mentale. Invece, in Italia «no», per vincere la Meloni qui ancora credono che la formula giusta sia quella del leader della sinistra francese Mélenchon. E poi ti meravigli se dovesse finire 2 a 1 per il centro-destra. Sembra proprio che la sinistra in questo Paese abbia perso il contatto con la realtà. Da quelle parti fanno l'elenco dei ministri di Trump come se fossero uno Zoo, e magari c'è anche un pizzico di verità in più di un giudizio, ma se uno guarda appunto la foto di gruppo della sinistra attuale sembra di avere di fronte i personaggi improbabili che si sentono dire corbellerie alla Zanzara, la trasmissione radiofonica di Cruciani e Parenzo.

Se a destra vengono assunte posizioni esagerate, a sinistra parlano d'altro. Ad esempio, il momento economico è complicato e in fondo il governo non ha dato ancora risposte convincenti sul fisco, ma se sull'altro versante uno egli argomenti è la patrimoniale è evidente che l'alternativa di sinistra al centro-destra non ti offre di meglio se non cadere dalla padella alla brace. E ancora: come puoi essere credibile se mentre Trump immagina di deportare 2 milioni di immigrati clandestini in Messico, in Italia

scateni una guerra di cavilli contro la decisione della Meloni di riportare in patria sette egiziani? Per non parlare dello scontro sulla nomina di Raffaele Fitto a commissario e vicepresidente esecutivo della Commissione Ue: come può un partito europeista per storia e vocazione come il Pd paventare di votare contro il candidato italiano?

Queste contraddizioni finiscono per pesare perché anche se nelle elezioni regionali gli echi del dibattito nazionale hanno il loro peso.

Soprattutto, emerge, o meglio, si conferma un dato che purtroppo, dico purtroppo, caratterizza l'attuale fase politica: l'opposizione per ora sul piano del profilo e del programma non riesce a proporsi come un'alternativa credibile al centro-destra. Un limite che, a lungo andare, peserà negativamente pure sul governo che senza un competitor valido rischia di richiudersi in se stesso.

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