Loro no, Lorenzin

Le contraddizioni di Beatrice Lorenzin che ha contestato il patto con l'Albania siglato da Giorgia Meloni

Loro no, Lorenzin
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La fortuna di alcuni politici di destra è che se loro sono il peggio dall'altra parte sono pessimi. C'è venuto in mente guardando gli highlights del programma «4 di sera» sui centri per migranti in Albania con il confronto fra il sottosegretario Andrea Delmastro (che sventolava cartelli, neppure fossimo in Parlamento) e la senatrice del Pd Beatrice Lorenzin. Lei è stata ministro della Salute a dimostrazione che si può guidare un dicastero non solo senza aver finito l'università, ma senza neppure averla iniziata - nei governi Letta, Renzi e Gentiloni. Strano, ci siamo detti, che dottoreggi con così cognizione di causa di migranti e transfughi. Cosa può saperne? Poi ci siamo ricordati che ha attraversato (non si sa con che documenti) tutti i partiti dell'arco costituzionale Forza Italia, PdL, Nuovo Centrodestra, Alternativa Popolare, Renzi e Pd e abbiamo capito che ha tutta la credibilità e la flessibilità morale per farlo.

Comunque. Beatrice Lorenzin che è detestata dai vecchi compagni di strada e non è amata dai nuovi dall'alto dei suoi miliardari tagli alla Sanità rinfacciava al governo Meloni di aver buttato soldi in Albania, con il solito retropensiero che i tagli fatti dalla sinistra si chiamano risparmi e quelli della destra scandali. «È solo uno spot elettorale inutile e costoso», da detto. Beh, lì ci siamo messi a ridere.

Poi ci

sono venuti in mente tutti i politici e gli intellettuali di quella sinistra che ha il privilegio della moralità oltre che dell'intelligenza, ai quali viene sempre perdonato e dimenticato tutto. E ci siamo messi a piangere.

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