All'indomani del faccia a faccia tra i capigruppi Renato Schifani e Renato Brunetta e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Pdl è in fibrillazione. Toni pacati, discorsi di ampio respiro, nessuna richiesta diretta di grazia ma un appello perché Silvio Berlusconi possa avere una "agibilità politica" anche dopo la condanna. Adesso la palla passa al Quirinale sul quale sono puntati i riflettori della politica. Dalle scelte del Colle potrebbero dipendere la pacificazione tra Pd e Pdl e la tenuta stessa del governo. "Il Pd non ha vinto le elezioni, non ha avuto i voti per fare il governo, ha avuto bisogno della responsabilità e del senso dello Stato di Berlusconi - ha spiegato Daniela Santanchè - c'è un problema di democrazia che in Italia dal primo agosto non esiste più". Se Napolitano non ripristinerà immediatamente l’agibilità politica del Cavaliere, i vertici del Pdl sono pronti a far saltare tutte e a ridare la parola al popolo.
Intervenendo ad Agorà Estate, la Santanchè ha raccontato che Berlusconi non è né affranto né disperato. "È pronto ad andare in carcere - ha aspiegato- non accetterà i servizi sociali perché non è un uomo da recuperare o da educare, ma è un uomo che da vent'anni è perseguitato da un punto di vista giudiziario". Proprio per questo, la deputata del Pdl sta pensando di dimettersi. "In questo momento provo un pò di vergogna ad essere italiana", ha aggiunto la Santanchè spiegando che deve confrontarsi con "persone che pensano di vivere in un Paese normale". "Se nessuno si vuole rendere conto che c’è un potere dello Stato che vuol essere più potere degli altri - ha continuato - che ci sono cinque uomini, quelli che hanno giudicato Berlusconi - di cui due giudici iscritti a Magistratura Democratica - che vogliono buttare a mare un caposaldo della Costituzione cioè che il popolo è sovrano, se volete vivere in un paese non democratico, accomodatevi". Quanto alla tenuta dell'esecutivo guidato da Enrico Letta, la linea del Pdl resta quella della responsabilità. Linea che lo stesso Berlusconi ha voluto tracciare dal governo Monti in poi. Il governo Letta è nato perchè l’ha fortemente voluto il Cavaliere. "C'era un patto fondativo che non è stato rispettato: doveva essere il governo della pacificazione e che doveva mettere fine alla guerra dei 20 anni", ha fatto presente la Santanchè sottolineando che ci vuole reciprocità. "C'è un problema di democrazia che in Italia dal primo agosto non esiste più - ha concluso - ce non si ripristina immediatamente l’agibilità politica del nostro leader, succede che si va a casa perchè il popolo è sovrano".
Nel frattempo il leader dell'Esercito di Silvio, Simone Furlan, si sta portando avanti una proposta di legge di iniziativa popolare per varare l’amnistia. "Presenteremo una proposta di legge di iniziativa popolare la settimana prossima e a partire da settembre inizieremo la raccolta delle firme su tutto il territorio nazionale", ha detto Furlan. Una sorta di pacificazione nazionale che potrebbe essere condivisa anche da forze politiche di altri schieramenti. In primis, i Radicali che in queste settimane stanno raccogliendo le firme per riformare la giustizia attraverso un referendum. I rappresentanti dell'Esercito di Silvio hanno chiesto un incontro con il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. In parlamento, però, la sinistra non è così propensa a non far saltare il tavolo della pacificazione.
Dario Stefano, presidente della Giunta per le elezioni e immunità del Senato, ha fatto sapere che il voto su Berlusconi sarà calendarizzato non appena il relatore farà una proposta. "Credo che quella di ottobre sia una scadenza troppo lontana", ha chiosato l'esponente del Sel.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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