La macchina del (bel) tempo è il nuovo miraggio italiano

L'acqua che scende da giorni ci riporta a una semplice realtà: parliamo tanto di politica, ma il clima conta di più. Ci cambia le ferie, l'umore e l'economia

La macchina del (bel) tempo è il nuovo miraggio italiano

La fantascienza ci ha spesso parlato di macchine del tempo, per viaggi nel passato più lontano o nel più misterioso futuro. Ma più che una macchina del tempo, oggi qualche geniale scienziato dovrebbe inventare una «macchina del bel tempo», per mettere un po' d'ordine nel marasma di queste nostre stagioni imbizzarrite. Non ne possiamo più di questo marzo gelido e nevoso, con i ciclisti della gloriosa Milano-Sanremo costretti ingloriosamente a passare i colli tra Piemonte e Liguria in autobus. Non ne possiamo più di questo aprile che non si è deciso a portare colori e profumi della primavera, e, quando si è deciso, ci ha ripensato subito, respingendoci nell'inverno. Proprio nell'ultimo fine settimana un'amica milanese che ha casa in Riviera vicino a me si lamentava di non aver ancora indovinato un sabato-domenica senza pioggia dall'inizio dell'anno. E per venire a cena a casa mia si è vista investire da un acquazzone improvviso , con i pochi metri di strada trasformati in un impetuoso torrente. Il piccolo bar in riva al mare ai cui tavolini all'aperto scendevo le mattine di inverno a bere il caffè e dare la prima occhiata ai giornali in questi primi mesi del 2013 ha ridotto di sicuro i suoi affari: e io mi ritrovo a fare colazione al banco di una bella pasticceria tra una folla frenetica , neanche fossi in un locale di Corso di Porta Romana. Una «macchina del bel tempo» rimetterebbe tutto a posto. Non ci pensiamo mai, noi civilizzati, alla supremazia che il tempo , dico quello atmosferico, ha su di noi. I primitivi che scrutavano in ansia il cielo ed elevavano le loro preghiere al sole e alla pioggia mostravano di conoscere i segreti della natura meglio di noi. Il tempo non obbedisce a nessuno, fa come vuole. Si può provare a prevederlo, mai a cambiarlo. I siti che si occupano delle previsioni meteo sono sicuramente tra i più cliccati. Mi accorgo di frequentarli anch'io sempre più spesso, ogni volta che parto, soprattutto per vincere una fobia che mi perseguita: essere sorpreso dalla pioggia lontano da casa senza calzature adeguate. Ma non sempre le previsioni vedono giusto. Per gli addetti al turismo, per esempio, spesso sono troppo allarmistiche. Prevedono alluvioni, specialmente nella scoscesa Liguria, poi vengono due gocce di numero. Prevedono tempeste di vento , e poi soffia un'arietta appena fresca. E allora il danno assume proporzioni economiche di tutto rilievo. Due ponti lunghi e ravvicinati come quello del 25 aprile e del 1 maggio valgono da soli 3,5 miliardi di euro. Il comparto turistico dell'economia italiana vale in un anno 170 miliardi di euro. Il tempo, se non è buono, può erodere queste cifre di molto. E, con la crisi in atto, non è proprio il meglio che possa capitare. Una «macchina del bel tempo» risolverebbe tutto: i problemi economici, che sono quelli più pressanti, e quelli psicologici, che fanno egualmente male. E abolirebbe anche quelle divisioni latitudinali che tagliano l'Italia in due più di qualunque secessione, quando non puoi ancora togliere i maglioni di lana nel Nord, e nel Sud, da Capri o a Mondello, gente in costume da bagno si rosola al sole. Il bel tempo porta benessere anche alla nostra mente, oltre che alle nostre ossa e giunture.

E unifica la Penisola forse più di qualunque inno nazionale. Riconosciamone la supremazia. Senza un governo, si può vivere, alla fine. Senza il bel tempo, no. Mentre scrivo, dopo la pioggia, il sole va e viene da due ore. Che si decida, finalmente?

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