La madre modello sgozza il figlioletto

La madre modello sgozza il figlioletto

La mamma ha impugnato le forbici. E le ha conficcate nel collo del figlioletto. È accaduto di notte. Quando nessuno vede. Neppure Dio.
Il buio dentro Alisha, 25 anni, lo ha scoperto troppo tardi. Nicolò, 3 anni, era già davanti a lei. Morto. Un fiocco di neve in una pozza di sangue. La mamma si è accanita contro di lui e stava per fare la stessa cosa anche con l'altra figlia di 9 mesi. Il marito l'ha fermata appena in tempo.
Il mistero di tanto orrore ha a che fare con la nostra parte oscura. Per tacitarla daremo fondo alle solite espressioni («raptus della follia», «depressione», «crisi post partum») nel vano tentativo di spiegare l'inspiegabile.
Ora la mamma assassina, originaria della Costa D'Avorio, ha occhi senza luce. Vuoto assoluto. L'abisso l'ha inghiottita alle tre di notte nella sua abitazione ad Abbadia Lariana, nel Lecchese. Al suo fianco c'era il marito Stefano, 42 anni; poco più in là il letto di Nicolò e la culla della sorellina più piccola.
Una famiglia «serena», «senza problemi», almeno fino allo scoccare delle 3 di notte. Poi si è aperto un pozzo, e Alisha ci è precipitata dentro. Si è svegliata, ha sollevato le lenzuola, è entrata in cucina, ha preso le forbici e - al culmine della discesa negli inferi - ha sgozzato Nicolò.
Stefano, il padre, ha pensato - ha sperato - che l'immagine davanti ai suoi occhi fosse la scena più brutta di un sogno orribile. Invece l'incubo era reale: quella donna con le braccia sporche di rosso era proprio la moglie, e quel bambino insanguinato era proprio il figlio.
Le urla dell'uomo svegliano i vicini, che lo vedono chiedere disperatamente aiuto in cortile stringendo Nicolò tra le braccia. Pochi minuti dopo arriva un'ambulanza, il piccolo viene trasferito d'urgenza all'ospedale Manzoni di Lecco. Una corsa vana. La mamma resta coi carabinieri.
Nel quartiere, per Alisha, solo un coro di apprezzamenti: «Ragazza in gamba, molto educata, gentile, tranquillissima. Ultimamente un po' taciturna...». Quanto può urlare un silenzio? Il tarlo, nel cuore e nell'anima di Alisha, scavava chissà da quanto. Ma nessuno capiva, nessuno sospettava. Mai un litigio. «Coppia esemplare». «Famiglia felice».
Il sindaco di Abbadia Lariana pronuncia l'unica frase sensata davanti a simili drammi: «Tutte le parole sono inutili e banali. Mi dispiace, ma preferisco non commentare».
Anche il parroco del paese non si presta al teatrino del dolore ad uso dei mass media: «È un disastro. In questi momenti bisogna chinare la testa e essere rispettosi».

Intanto l'abitazione teatro dell'infanticidio è ora sotto sequestro; Sara, l'altra figlioletta della coppia, è stata affidata ad una zia.
Un giorno - speriamo il più lontano possibile - qualcuno dovrà parlarle di Nicolò. Sarà un giorno bruttissimo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica