"La mafia non strangola" Così Grillo ha insultato poliziotti, giudici e cittadini

Ieri l'insulto: "La mafia non strangola le vittime ma chiede solo il pizzo". Guarda il video. Oggi se la prende con chi lo attacca. Fiorello: "Ha detto una grande cazzata"

"La mafia non strangola" Così Grillo ha insultato poliziotti, giudici e cittadini

Un siciliano che non si sia indignato sentendo le parole di Beppe Grillo è complice della mafia. L'affermazione sarà pure tranchant, ma ci sono argomenti, piaghe e fenomeni sociali che non permettono sfumature interpretative, giustificazioni approssimative o puntualizzazioni posteriori.

Persino un personaggio come Fiorello, abituato a scherzare su tutto, nella sua rassegna stampa su Youtube a un certo punto si è fatto serio e ha commentato: "Mi sa che Grillo ne sa poco di mafia, ha detto una grande cazzata. Che si vada a vedere un po' tutti i pilastri delle autostrade in Sicilia...Grillo te posso di' ’na cosa? Ma vattela a piglia ’nder pizzo".

“La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente, la mafia prende il pizzo al 10%. Qui siamo nella mafia che ha preso un’altra dimensione, strangola la propria vittima”. La frase del leader del Movimento 5 stelle può essere solo esecrata e stigmatizzata. Punto. Cercare di modularne il senso e di bilanciarne il peso rischia di sottovalutarne la gravità e di relativizzare tutto, una pratica molto in voga soprattutto nel mondo politico.

Oggi, il comico genovese ha provato a spiegare meglio il suo pensiero, togliendosi prima lo sfizio di contrattaccare il mondo politico che lo ha unanimemente condannato. "Mafioso mi mancava. Avanti, sparate le ultime cartucce", ha detto Grillo, riferendosi soprattutto alle parole di Claudio Fava, figlio del giornalista Pippo ucciso da Cosa Nostra nel 1984, secondo il quale Grillo "parla come un mafioso senza essere nemmeno originale. Gli stessi argomenti prima di lui li hanno già utilizzati Vito Ciancimino e Tano Badalamenti. E come l’ultimo dei mafiosi non ha nemmeno il coraggio di confrontarsi pubblicamente sulle sue patetiche provocazioni”.

Poi il guru del movimento 5 stelle si esibisce nell'esegesi del suo pensiero: "La mafia ha tutto l’interesse a mantenere in vita le sue vittime. Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare?. La finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e anche morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Spolpato uno Stato si spostano nel successivo. Questo è il senso delle mie parole di ieri a Palermo. Honi soit qui mal y pensè (Sia vituperato chi ne pensa male, ndr)".

E anche al secondo round si potrebbe obiettare a Grillo che quando dice che la mafia uccide le sue vittime solo quando è necessario, quel "solo" è un po' riduttivo, visto che Cosa Nostra ha ucciso migliaia di persone. Ma non è questo il punto. Così come è inutile elencare tutte le critiche mosse da familiari delle vittime di mafia, associazioni antiracket, esponenti politici e cittadini comuni.

Il punto è un altro. Con la sua boutade, pronunciata proprio a Palermo, terra grondante di sangue e strangolata (sì, strangolata) dalla mafia, alla vigilia dell'anniversario dell’assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo (ammazzati da Cosa Nostra 30 anni fa), Grillo ha offeso poliziotti, magistrati, cittadini, preti, politici. Che hanno subìto o combattuto la mafia, o semplicemente che ci convivono ogni giorno.

"In prima linea contro le mafie sempre e da sempre, sono i fatti non le parole che gridano a grandissima voce il nostro antico e costante impegno antimafia. Siamo gli unici ad aver chiesto alla Regione siciliana di costituirsi parte civile in caso di rinvio a giudizio di Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa", ha affermato Riccardo Nuti, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle a Palermo.

Verissimo. I grillini a Palermo sono in prima linea contro la mafia. Hanno promosso una raccolta firme e fatto approvare una legge che obbliga la Regione Sicilia a costituirsi parte civile nei processi di mafia, così come hanno chiesto a gran voce che la Regione si costituisca parte civile nel processo contro il presidente Raffaele Lombardo.

Non è colpa loro se a far clamore sono le sparate di Grillo. Boutade che oscurano l'attivismo sul territorio e il contrasto alla criminalità dei suoi militanti.

Se il capo non chiede scusa, il Movimento 5 stelle viene macchiato. Se il capo urla, la base lavora in silenzio. Ma il rumore che si sente è solo quello di Grillo. Ed è ora che i grillini provino a prenderne atto.    

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