"Cosa nostra è ancora forte ma ha perso la sua sfida allo Stato". Parola di Giuseppe Pisanu, presidente della Commissione antimafia. Nelle comunicazioni alla Commissione sull’inchiesta svolta sulle stragi del 1992-1993 Pisanu affronta anche il tema spinoso della presunta trattativa Stato-mafia: "I carabinieri e Vito Ciancimino hanno cercato di imbastire una specie di trattativa. Cosa nostra li ha incoraggiati, ma senza abbandonare la linea stragista". E lo Stato? "Nei suoi organi decisionali - precisa Pisanu - non ha interloquito ed ha risposto energicamente all’offensiva terroristico-criminale".
"Certamente con le stragi del 1992-93 cosa nostrà inflisse allo Stato perdite irreparabili di vite umane e preziose opere d’arte, dimostrò la massima potenza di fuoco, ma segnò anche l’inizio del suo declino".
Infatti subito dopo, precisa Pisanu, la mafia "si è inabissata nella società, nell’economia, nella politica e da allora non è più riemersa con la forza delle armi; la sua leadership è stata decapitata e fino ad oggi non è neppure riuscita a ricostruire gli organi di governo; i suoi affari hanno subito il salasso continuo dei
sequestri e delle confische dei beni; e in definitiva ha perso peso e prestigio anche rispetto ad altre organizzazioni criminali nazionali, come la ’ndrangheta, tanto all’interno quanto all’estero".
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