Immigrazione clandestina, in manette il tesoriere del Pd in Campania

La procura di Salerno contesta alle 31 persone indagate le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio

Immigrazione clandestina, in manette il tesoriere del Pd in Campania
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Grosso guaio per il Partito democratico in Campania. Agli arresti domiciliari Nicola Salvati, tesoriere regionale del partito. Il provvedimento è stato adottato nell'ambito dell’inchiesta della procura di Salerno che contesta a decine di indagati (trentuno persone in tutto) le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.Come fa sapere Antonio Misiani, commissario del Pd in Campania, il partito ha già sospeso Salvati.

"In relazione all’inchiesta condotta dalla Procura distrettuale di Salerno che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali nei confronti di 31 persone, il Pd Campania comunica - scrive Misiani in una nota - che il dott. Nicola Salvati, coinvolto nell’inchiesta in relazione alla sua attività professionale, ai sensi dello Statuto e del Codice etico del Pd e facendo salvo il principio di presunzione di innocenza, è stato cautelativamente sospeso dall’anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dal suo incarico di tesoriere del Pd Campania".

L'inchiesta

Secondo gli inquirenti il sodalizio avrebbe redatto false richieste di nullaosta al lavoro nel corso dei famosi "click day" legati al decreto flussi. Trentasei gli ordini di arresto in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Salerno. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia salernitana, hanno fatto emergere un'attività criminale portata avanti da diversi soggetti avrebbero agito a vario titolo (intermediari stranieri, datori di lavoro compiacenti, faccendieri, referenti di patronati e anche pubblici ufficiali degli Ispettorati territoriali del lavoro di Salerno e Napoli) producendo oltre 2mila richieste di nullaosta al lavoro in favore di altrettanti cittadini extracomunitari. Il gruppo avrebbe generato un volume di affari illeciti per diversi milioni di euro. Gli oltre 2mila cittadini extracomunitari per i quali sono state presentate le domande erano disposti a pagare somme di denaro elevate pur di ottenere un valido titolo di soggiorno in Italia. Dalle indagini tecniche svolte dai Carabinieri e dall'analisi della documentazione acquisita negli Sportelli unici delle Prefetture è emerso il regime di illegalità nel quale versavano le aziende.

I precedenti

A luglio 2024 era stata eseguita un'ordinanza nei confronti di 47 indagati autori, secondo l'accusa, di oltre 2.500 istanze strumentali all'ingresso fraudolento di cittadini extracomunitari in Italia, inoltrate anche in quel caso nell'ambito del "click day" verso diverse prefetture di tutta Italia. Nei mesi precedenti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva presentato un esposto sul numero anomalo di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari presentato durante il click day, ritenuto sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro.

Chi è Nicola Salvati

Commercialista di professione, trentanove anni, Salvati è stato vicesindaco di Poggiomarino (Napoli) dal 2016 al 2020. È finito nei guai insieme a suo padre. Su entrambi grava l'accusa di aver emesso false fatture a favore di aziende compiacenti, contribuendo in questo modo a nascondere in maniera efficace il riciclaggio del denaro ottenuto illegalmente dall’attività di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La polemica politica

"Mentre il Pd a livello nazionale continua a criticare quotidianamente il Governo Meloni per le sue politiche contro gli ingressi illegali di migranti - dichiara, in una nota, il deputato campano di Fratelli d'Italia Imma Vietri - in Campania oggi è stato arrestato il tesoriere regionale proprio del Partito Democratico, nell'ambito di un'inchiesta che contesta a decine di indagati le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Fatto salvo il principio di presunzione di innocenza, è molto grave che un importante esponente del Pd - scelto finanche come tesoriere e quindi ritenuta persona di fiducia dai vertici del partito, che è stato anche vice sindaco di un comune della provincia di Napoli - resti coinvolto in un'inchiesta finita alla ribalta nazionale per la gravità delle accuse mosse dalla Procura Distrettuale di Salerno.

Chissà se la segretaria Schlein romperà l'assordante silenzio dietro cui ha deciso di nascondersi da tempo rispetto alle vicende giudiziarie che coinvolgono più esponenti salernitani e campani del suo partito, tra presidenti di Provincia, consiglieri regionali e dirigenti. Prima di attaccare strumentalmente il Presidente Meloni e Fratelli d'Italia, impegnati costantemente nella difesa dei confini e delle vite umane, la segretaria del Pd farebbe bene a guardare in casa sua".

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