Avrebbero potuto scegliere qualsiasi altro giorno per manifestare in piazza contro il governo Meloni: e invece i dirigenti del Partito Democratico riusciranno a strumentalizzare la prossima giornata della Festa della Repubblica per una protesta di parte. Ad annunciare la mobilitazione a Roma è stata la stessa segretaria Elly Schlein durante l'assemblea straordinaria dei senatori del Pd sulle riforme costituzionali: "Il 2 giugno faremo una manifestazione sulla Costituzione e l'Europa federale contro il premierato e l'autonomia differenziata". L'obiettivo è quello di frenare "un'accelerazione che stiamo vedendo e che vi chiedo di fermare. Una accelerazione – commenta ancora Schlein – dettata da ragioni elettoralistiche. Usiamo i nostri corpi e le nostre voci per fare muro rispetto a questo tentativo".
Quel che è certo è che la scelta della giornata che ricorda la vittoria al referendum del 1946 della Repubblica contro la Monarchia - che dovrebbe almeno per quelle ventiquattro ore unire tutto il Paese - non è passata inosservata. Lo scenario che si prospetta quindi tra venticinque giorni è quello di assistere da una parte Sergio Mattarella partecipare, insieme a tutte le altre grandi cariche dello Stato, alla classica parata militare lungo via dei Fori Imperiali e a depositare una corona d'alloro in omaggio al Milite Ignoto all'Altare della Patria (proprio come simbolo di unione da parte di tutta la comunità della Nazione); dall'altra, comtemporaneamente, ci sarà una piazza colma di bandiere dei partiti di sinistra che urlerà slogan contro chi rappresenterà in quella giornata i simboli patrii italiani ufficiali.
Un'immagine visiva che stonerà parecchio, nonché una brutta sgrammaticatura istituzionale. Anche perché in Italia la stragrande maggioranza delle manifestazioni politiche di massa si sono sempre svolte di sabato. E quindi (a maggior ragione) il Partito Democratico e le opposizioni che si aggregheranno al comizio della Schlein potevano tranquillamente optare per una protesta da organizzare il giorno prima, ovvero sabato (per l'appunto) 1 giugno. Invece niente da fare. Anche perché l'idea di manifestare il primo giorno del prossimo mese gli era stata "rubata" da Giorgia Meloni per il comizio finale, sempre a Roma, a chiusura della campagna elettorale di Fratelli d'Italia delle elezioni europee e amministrative.
Ecco quindi arrivare contro la leader dem l'intemerata del senatore Gasparri: "Schlein e compagni non rispettano nemmeno la festa della Repubblica del 2 giugno e vogliono, in quella data, fare una ulteriore manifestazione contro le riforme in discussione in Parlamento per modernizzare la Repubblica. Calpestano le date con un teppismo istituzionale degno di miglior causa - sottolinea il capogruppo di Forza Italia al Senato -. La pochezza delle loro proposte, la disperazione per il loro fallimento li porta anche a dissacrare momenti importanti di celebrazione della nostra Repubblica.
Per loro anche il 2 giugno deve essere giorno dell'odio, dell'insulto e dell'ignoranza. Ma dobbiamo dire grazie - conclude - a chi ha messo la Schlein alla guida del Pd. Una scelta più utile a noi era difficile da individuare".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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