Ha vinto in modo trionfale Ignazio Marino, questo è indubbio. Ma va pure detto che ha giocato a suo favore il fortissimo astensionismo. Detto questo bisogna rilevare che il neo sindaco di Roma si sente già quasi un Papa. Sentite cosa dice: "Roma deve divenire la guida morale del Paese. Il centrosinistra in molte città ha raggiunto risultati straordinari ma da qui, dalla Capitale, dobbiamo acquisire il ruolo di guida morale per il Paese". Anche Pisapia, a onor del vero, aveva festeggiato la sua vittoria a Milano cercando di dare alla sua "rivoluzione arancione" una dimensione nazionale. Poi, però, in men che non si dica, si è ridimensionato da solo. Succederà lo stesso per Marino? Staremo a vedere.
"Questa città - dice Marino - la dobbiamo cambiare tutti insieme, non è lavoro per una persona sola. La politica è un servizio per una comunita". Poi, dal palco di piazza di Pietra, il primo cittadino della capitale sintetizza in una breve frase la propria soddisfazione: "Sento l’orgoglio di riprenderci la nostra Roma. faremo il possibile per essere all’altezza di questo ruolo".
Non mancano i soliti slogan cari alla sinistra: "È una giornata stupenda in cui Roma rinasce. Grazie per essere qua e per tutto quello che avete fatto in questi mesi. È la nostra Capitale dove da oggi si passerà dalla cultura dell’io alla cultura del noi con il nostro orgoglio di riavere la nostra Roma, quella che conosciamo".
L'intervento di Marino si conclude con l'inno-slogan della campagna elettorale: "Non è politica, è Roma". Tutti, dallo staff ai collaboratori, fino ai militanti del centrosinistra, cantano insieme e festeggiano il nuovo sindaco di Roma. "Spero ci sia la collaborazione sul merito anche dell’opposizione e delle altre forze, come il M5S e il movimento di Alfio Marchini: dobbiamo confrontarci sui temi e sulle soluzioni per la nostra città. Me lo aspetto da tutti, anche dal sindaco uscente". Nessun riferimento al centrodestra.
Stasera niente Campidoglio per Marino
"Io questa sera non vado in Campidoglio", afferma tra gli applausi il sindaco neo eletto.
Vuol rimarcare, così, la distanza da ciò che fece Alemanno appena eletto. "l Campidoglio, il palazzo che rappresenta la Capitale, ha una sua sacralità; il passaggio delle consegne deve avvenire in maniera formale, come il palazzo e la storia meritano".
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