Alta tensione al Senato per l'approdo del ddl n. 824 sulla maternità surrogata, già approvato dalla Camera. La norma vieta agli italiani di praticare la maternità surrogata non solo nel nostro Paese, dove è già illegale, ma anche all'estero nei paesi dove invece la pratica è possibile. A Palazzo Madama si susseguono gli interventi dei senatori, ma il lavoro di chi guida i lavori dell'aula è faticoso, tra interruzioni e continui battibecchi. Mariolina Castellone, presidente di turno, minaccia più volte di sospendere i lavori. Del resto era prevedibile, il tema è molto caldo e divide le coscienze. "I colleghi maschi di maggioranza stanno dicendo che l'utero non è il mio?", si chiede la senatrice Elisa Pirro (M5S). "I miei organi sono miei - prosegue - e ne faccio quello che voglio". Dalla maggioranza si alzano voci di protesta. L'esponente pentastellata rincara la dose: "Siamo al comunismo degli organi. Io posso dare il rene, ma non posso prestare il mio utero, da donna libera, italiana". E sentenzia: "I miei organi sono miei e ne faccio quello che voglio". A fatica si procede con le votazioni e le questioni pregiudiziali presentate da Pd, M5s e Avs vengono tutte respinte. Si va avanti con l'esame del testo.
Come interviene la legge
La proposta di legge va a modificare l'articolo 12 della legge n. 40 del 2004 che al comma 6 parla della "commercializzazione di gameti o di embrioni e alla surrogazione di maternità", stabilendo che realizzare, organizzare o pubblicizzare tali attività si configura come un delitto, punito con la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600.000 a un milione di euro. La differenza sostanziale, rispetto al passato, è che la giurisdizione italiana interviene anche se la surrogazione di maternità è avvenuta all'estero, persino in quei Paesi dove tale pratica non sia votata.
La polemica politica
Siamo di fronte a "ricchi committenti che pagano le donne per soddisfare il proprio desiderio, soprattuto immigrate, questo sì che è un ritorno al Medioevo", tuona il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo, intervenendo in Aula. "Dove sono le femministe, dov'è la sinistra? - si chiede Romeo mentre dai banchi della sinistra non mancano voci di disapprovazione - . Come è possibile che il diritto della donna non venga tutelato nella sua dignità? Adesso difendete solo i diritti dei ricchi committenti".
Nichi Vendola, presidente di Sinistra italiana, punta il dito contro la maggioranza: "Ogni volta che si tratta di difendere i diritti civili e libertà individuali sta dall'altra parte della barricata, così è stato per il divorzio, così è stato per il diritto di famiglia, così è stato per l'interruzione di gravidanza, così è stato per le unioni civili".
"La destra pretende che si applichi il diritto penale italiano in altri paesi", dice il senatore del Pd Walter Verini. "Ma questo si fa per grandi reati, ad esempio per reati contro lo Stato. Perché questo? Perché quella della destra è una norma manifesto. Tanti paesi ammettono la GPA in tante forme, altri la vietano. Ma la destra su questo tema vuole solo sventolare la sua bandiera. Il reato universale dal punto di vista giuridico è una follia. In più la destra ignora l'interesse del minore. Ci sono opinioni diverse su come tutelarlo. C'è chi indica la strada della trascrizione e chi insiste per quella delle adozioni velocizzate. Entrambe hanno a cuore l'interesse del minore, come chiede, ricordo, la Corte Costituzionale. La destra invece di questo non si preoccupa. Ci vorrebbe dialogo ma la destra vuole solo imporre un manifesto ideologico. Per noi questa norma non ha a che fare con la nostra Costituzione".
"Siamo fortemente contrari a questo provvedimento che estende la punibilità della Gestazione per altri anche quando praticata all'estero", dice Ilaria Cucchi (Alleanza Verdi Sinistra). "L'introduzione di un reato universale contro chi 'realizza, organizza o pubblicizza' la GPA o la commercializzazione di gameti, con pene che arrivano fino a due anni di reclusione e multe fino a un milione di euro, è giuridicamente infondata e palesemente incostituzionale perché contrasta con il principio di colpevolezza di cui all'articolo 27 della Costituzione. Paragonare la gpa a reati come il genocidio, la tortura, lo sfruttamento della prostituzione minorile, la riduzione in schiavitù è un assurdo giuridico". Poi Cucchi sottolinea che"il nostro ordinamento giuridico prevede la giurisdizione universale solo per reati di particolare gravità, come genocidio o terrorismo, legati a valori universalmente condivisi. La Gestazione per altri invece è perfettamente legale in 65 Stati di cui 6 in Europa. Equipararla a crimini così gravi è un errore colossale".
Fuori dall'aula è molto dura la presa di posizione di Riccardo Magi, segretario di +Europa, intervenuto alla mobilitazione delle associazioni e delle famiglie arcobaleno contro il ddl. ''Conosciamo quanto faccia schifo il ddl Varchi che introduce il reato universale di Gestazione per Altri: lo inserisco per certi versi nello stesso filone del ddl sicurezza per l'uso propagandistico e ideologico del codice penale. Faremo opposizione su questo nei tribunali ma intanto oltre a dire no al reato universale dobbiamo superare il reato nazionale: dobbiamo impegnarci in parlamento per superare il reato nazionale, spingere cioè per una regolamentazione della gestazione per altri in forma solidale, incardinando il dibattito alla Camera e al Senato, a partire dalla proposta di legge dell'Associazione Luca Coscioni che abbiamo depositato. Alle altre opposizioni dico proviamoci insieme, chiediamolo unendo la voce e la forza parlamentare delle opposizioni. Avrebbe un enorme valore politico e culturale come risposta a questo reato universale''.
La senatrice a vita Elena Cattaneo parla di manifesto ideologico. "Questo disegno di legge espone al rischio che si sia di fronte a un manifesto ideologico, piuttosto che alla volontà di affrontare razionalmente un tema che dovrebbe vedere, nella libertà e autodeterminazione delle persone e nel benessere psicofisico del minore, in qualunque circostanza sia venuto alla luce, la nostra stella polare. In altre circostanze - ha dichiarato la scienziata - sarei stata ben felice di intervenire su in disegno di legge volto alla modifica della legge 40 del 2004, in particolare per abrogare la parte dell’articolo 13 che dispone il carcere per quei ricercatori italiani che volessero derivare linee cellulari staminali dalle blastocisti sovrannumerarie destinate al congelamento distruttivo. Ma invece - ha spiegato - anzichè essere qui per festeggiare la liberazione della scienza da un divieto alla ricerca scientifica ideologico e ipocrita, oggi siamo qui a discutere l’allargamento della punibilità di scelte riproduttive compiute da cittadini italiani in stati, a noi prossimi, in cui perfettamente legali e regolamentate".
Il senatore pentastellato Roberto Cataldi nel suo intervento ha attaccato la maggioranza: "Il vostro è un delirio di onnipotenza. Perché i reati universali sono tali quando la comunità internazionale li riconosce come tali, non perché lo dice l’Italia. Capisco il desiderio narcisistico di questo Governo di sentirsi al centro del mondo e depositario di una verità assoluta, ma forse ci sarebbe bisogno di una buona dose di umiltà nel riconoscere che non siamo gli imperatori del mondo. Questa maggioranza sembra stia accarezzando anche l’idea di uno Stato confessionale.
Il pluralismo fa paura, richiederebbe lo sforzo di mettersi in discussione, di vedere le proprie convinzioni vacillare. Non serve fare la voce grossa. La facevano i dinosauri, eppure alla fine proprio loro si sono estinti".
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