Mediaset, il Pg di Cassazione: "Confermare i due anni di interdizione a Berlusconi"

Per il Pg la pena accessoria "corrisponde ai criteri costituzionali". I legali del Cav: "Sospendere la pena o invio atti a Strasburgo". In serata la decisione dei giudici

Mediaset, il Pg di Cassazione: "Confermare i due anni di interdizione a Berlusconi"

Il procuratore generale della Corte di Cassazione, Aldo Policastro, ha chiesto che vengano confermati i due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. Per il Pg la pena accessoria, relativa alla condanna per frode fiscale inflitta al Cavaliere nell’ambito del processo Mediaset, "corrisponde ai criteri costituzionali". "I giudici di Milano hanno esattamente indicato i criteri in base ai quali hanno determinato in due anni l’interdizione per la estrema gravità dei fatti accertati, il dolo intenzionale e la realizzazione di un sistema duraturo di evasione fiscale", ha sottolineato il pg della Cassazione nella sua requisitoria. Con questa motivazione, il Procuratore generale ha chiesto alla Terza sezione penale della Suprema corte che "sia rigettato il ricorso" presentato dai legali di Silvio Berlusconi che avevano chiesto l’annuallamento della pena accessoria o, in subordine, il ricalcolo a un anno. I giudici, presieduti da Claudia Squassoni, dovranno decidere sul ricorso presentato dai difensori di Berlusconi e ridefinire la durata della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

Era stata la stessa Cassazione il primo agosto 2013 a ordinare il ricalcolo della pena accessoria, inizialmente fissato a cinque anni di interdizione, ritenendo errato il calcolo dei giudici di Milano oltre il tetto dei tre anni. Lo scorso ottobre quindi i magistrati milanesi avevano stabilito due anni di interdizione per il Cavaliere. Gli avvocati Franco Coppi, Pietro Longo e Niccolò Ghedini hanno fatto ricorso ritenendo che i giudici dell’appello bis avevano "allargato il campo alla valutazione di condotte che non solo costituiscono un mero presupposto di quelle (assai più limitate e circoscritte) per le quali è intervenuta la condanna, ma in relazione alle quali è per di più intervenuta la prescrizione".

Sospendere il procedimento sulla pena accessoria dell’interdizione per Silvio Berlusconi e trasmettere gli atti alla corte Europea di Strasburgo affinché valuti se sono cumulabili le sanzioni sull’incandidabilità riviste dalla legge Severino e l’interdizione stessa. Questa la richiesta avanzata dai difensori di Berlusconi, Franco Coppi e Niccolò Ghedini, davanti ai giudici della terza sezione penale della Cassazione. Secondo il professor Coppi "la sanzione prevista dalla legge Severino si accumula indebitamente con la pena accessoria. Il legislatore italiano continua a mettere a punto provvedimenti con effetti schizofrenici, come nella normativa vigente". I difensori del leader di Forza Italia, in subordine, chiedono che gli atti del processo vengano inviati alla corte Costituzionale, sollevando due questioni di legittimità sull’articolo 13 del decreto legislativo 74/2000, inerente i reati tributari.

L’articolo in questione prevede attenuanti e sconti sulla pena accessoria per chi estingue il debito tributario: "A nostro parere - afferma il professor Coppi - vi sono profili di illegittimità perché questa norma non consente a Berlusconi di estinguere personalmente il debito tributario".

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