"Una macchia indelebile". Meloni condanna ancora le leggi razziali

Il presidente del Consiglio ha definito le leggi razziali del 1938 "il punto più basso della storia italiana, una vergogna che ha segnato il nostro popolo per sempre"

"Una macchia indelebile". Meloni condanna ancora le leggi razziali

"Rappresentano il punto più basso della storia italiana. Una vergogna, una macchia indelebile nella storia del nostro Paese, una infamia avvenuta nel silenzio di troppi". Così Giorgia Meloni ha ribadito la ferma condanna alle leggi razziali in occasione della cerimonia all'Ordine dei giornalisti del Lazio per la lapide commemorativa dei giornalisti perseguitati dopo l'introduzione dei provvedimenti del 1938.

Il presidente del Consiglio si era già espresso in tal senso nel corso delle dichiarazioni sulle linee programmatiche per l'insediamento del governo guidato dal centrodestra. Per Meloni la sfida della lotta all'antisemitismo rappresenta una battaglia non ancora vinta in quanto il fenomeno continua a emergere "con molte facce e strumenti diversi". Ha sottolineato che si tratta di un'azione di contrasto che "ci coinvolge tutti" e ha posto ancora una volta l'attenzione sul fatto che l'esecutivo "è sempre pronto a fare la sua parte per combattere ogni forma di discriminazione e l'antisemitismo".

Il presidente del Consiglio ha fatto notare che "c'è qualcosa di molto forte" nella lapide che ricorda i 35 giornalisti espunti dall'Albo in seguito all'introduzione delle leggi razziali: "Molti di loro non potevano fare il loro lavoro, tanti altri tacquero. Raccontare quel che accade è sempre l'insegnamento più importante". A tal proposito ha aggiunto che la memoria "è importante sì, ma se ti insegna qualcosa, se studiando impari cosa potrai fare se accadesse di nuovo".

Il capo del governo già in occasione delle dichiarazioni programmatiche alla Camera dei deputati il 25 ottobre aveva condannato tutti i regimi antidemocratici, prendendone le distanze in maniera netta: "Non ho mai provato simpatia o vicinanza". E poi bollando le leggi razziali del 1938 come "il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre". Inoltre aveva rimarcato che i totalitarismi del Novecento "hanno dilaniato l'intera Europa, non solo l'Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei".

Tra l'altro Meloni aveva anche ricordato il drammatico rastrellamento del Ghetto di Roma. Un evento, quello del 16 ottobre 1943, che non potrà mai essere cancellato dal diario degli orrori dell'umanità.

In questo ambito aveva parlato della "vile e disumana" deportazione di ebrei romani "per mano della furia nazifascista" che ha restituito come risultato una giornata "tragica, buia e insanabile".

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