Meloni: "Non ho rimpianti, seguiamo l'interesse dell'Italia. Musk? Un genio dipinto da mostro"

Dallo stato di salute della maggioranza alle nuove prospettive geopolitche dell'Italia, il presidente del Consiglio ha ripercorso l'anno appena concluso

Meloni: "Non ho rimpianti, seguiamo l'interesse dell'Italia. Musk? Un genio dipinto da mostro"
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I due anni di governo, i risultati ottenuti e gli scontri con l’opposizione. Ma non solo: le prospettive economiche, il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale e le rinnovate alleanze geopolitiche. E ancora: il rapporto con Elon Musk, i punti deboli, i rimpianti e lo stato di salute della maggioranza di centrodestra. Tra passato, presente e futuro, il premier Giorgia Meloni tira le fila dell’anno appena concluso in una lunga intervista a 7, il settimanale del Corriere della Sera.

I due anni di governo

Partendo, ovviamente, dal compito svolto finora dal governo italiano. Chiamata "a governare l'Italia in una fase estremamente complessa", Meloni ha risposto presente. Con "un'unica bussola" da seguire: "quella dell'interesse nazionale”. Insomma, la linea rimarca la celebre canzone “Non, je ne regrette rien” di Édith Piaf: Meloni, senza nascondere la fatica di questi anni a Palazzo Chigi, ribadisce che non ha alcun rimpianto. Ma soprattutto, spiega, "non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare". L’obiettivo, rimarcato più volte dalla premier, è quello di “rimanere me stessa”.

I risultati economici

Il presente, se guardato dal governo italiano, è roseo. I dati economici, seppur non straordinari, fanno intravedere “un’inversione di rotta”, con una "grandissima e ritrovata fiducia" da parte di investitori e mercati nei confronti del nostro Paese. Da un lato c'è una"rinnovata fiducia da parte degli investitori" e, dall'altro, "la Borsa italiana ha toccato il record e le agenzie di rating hanno migliorato il loro giudizio". Due facce positive della stessa medaglia che, oltre a incoraggiare il Paese, dimostrano che "quelli che qualcuno sperava fossero i punti deboli di questo governo sono diventati dei punti di forza".

Il rapporto con Musk e Trump

Ma il vero punto di forza dell’Italia è la capacità di dialogare con tutti gli interlocutori del complicato panorama politico internazionale: "Dipende dal dossier, ma direi che uno dei punti di forza di questo governo è la capacità di dialogare con tutti". E questo, secondo la premier, rimane il vero "grande valore aggiunto" del governo italiano. Una capacità che,"in questi due anni", ha permesso di rafforzare le "tradizionali alleanze" e aprire "canali di confronti con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi". Altrettanto decisivi sono i rapporti personali con i principali leader europei ma non solo.

Se con il presidente francese Emmanuel Macron, al contrario di quanto molti hanno scritto, non ci sono mai stati dispetti, è con l’arrivo di Donald Trump che il governo italiano potrebbe fare un cambio di passo decisivo. Sull’Ucraina, per esempio, “le parole di Trump sono sovrapponibili a quelle che ho ripetuto, a nome dell’Italia, in molte occasioni”. Inoltre, non è da sottovalutare il ruolo di Elon Musk nella nuova amministrazione americana: “Musk è una grande personalità del nostro tempo, un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro. Trovo naturale poter dialogare con lui”, spiega Meloni. Poi, a stretto giro, arriva la stoccata alle opposizioni: “Fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro, solo perché ha scelto il campo ritenuto 'sbagliato' della barricata”.

Lo stato di salute della maggioranza

Tornando all’interno dei confini nazionali, Meloni rassicura gli elettori sullo stato di salute della maggioranza. La “litigiosità” della maggioranza è tanto naturale quanto proficua: “Ci si confronta – spiega - come d’altronde succede in tutte le famiglie che si rispettino".

Pur riconoscendo l’eterogeneità del governo di centrodestra, Meloni assicura che all'interno della maggiorana si riesce "sempre a trovare una sintesi". E sull’ossessione del fascismo immaginario, Meloni sferza le opposizioni: “Penso che togliere la fiamma dal simbolo non sia mai stata una questione all’ordine del giorno”.

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