La memoria corta del sindaco Sala su Milano e Berlusconi

Se oggi il sindaco può pavoneggiarsi di ciò che amministra e andare in giro a testa alta per il mondo lo deve principalmente, se non esclusivamente, alla visione che trent'anni fa Berlusconi e il suo sindaco Gabriele Albertini ebbero, e misero in pratica, per ricostruire e rilanciare una Milano che stava scivolando in un declino che sembrava essere inarrestabile

La memoria corta del sindaco Sala su Milano e Berlusconi
00:00 00:00

In un lungo post scritto sui suoi social il sindaco di Milano Beppe Sala continua ad alimentare la polemica per l'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Lo fa con una sorta di lettera aperta a Marina Berlusconi, quasi a incolparla di aver voluto così riaccendere lo scontro sulla figura del padre. Sala insomma in modalità don Rodrigo che nei Promessi sposi di un altro illustre milanese, Alessandro Manzoni, manda a dire a don Abbondio che «questo matrimonio non s'ha da fare» perché pensa che Malpensa e Milano siano cosa loro. In questo c'è tanta irriconoscenza perché proprio nelle vesti di primo cittadino Beppe Sala dovrebbe essere fiero di quanto Silvio Berlusconi e il berlusconismo hanno fatto per Milano.

Se oggi il sindaco può pavoneggiarsi di ciò che amministra e andare in giro a testa alta per il mondo lo deve principalmente, se non esclusivamente, alla visione che trent'anni fa Berlusconi e il suo sindaco Gabriele Albertini ebbero, e misero in pratica, per ricostruire e rilanciare una Milano che stava scivolando in un declino che sembrava essere inarrestabile. È grazie all'intuito di Berlusconi se oggi la prima azienda culturale italiana, Mediaset, ha come emblema il «Biscione» stemma di Milano, se una delle principali banche italiane in perfetta salute porta l'antico nome della città, Mediolanum.

Si deve a Berlusconi il fatto che il nome di Milano, se pur tronco (Milan) è nel cuore di quasi cento milioni di tifosi sparsi per il mondo con un club che è posizionato al sesto posto (primo tra gli italiani) nella classifica delle squadre con più sostenitori nel pianeta.

Ci fermiamo qui, tanto basterebbe per dire che un sindaco di Milano che avesse a cuore la città più del suo partito ogni volta che sente pronunciare il nome Berlusconi dovrebbe togliersi il cappello per deferenza. Già, soprattutto se avesse a cuore la città non tirerebbe in mezzo i figli per raccattare miseri quattordicimila «mi piace» sui suoi social.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica