All'indomani del passaggio di La7 nelle mani di Urbano Cairo, Enrico Mentana mette subito dei paletti: "Sono indisponibile a un cambio di linea e così le altre firme del canale. Da Gruber a Lerner. Ma sono anche sereno. Cairo non toglierà ossigeno a chi porta ascolti a La7".
In una intervista a Repubblica, il direttore del Tg di La7 si dice comunque fiducioso e spiega che "parlare di Cairo come di una creatura del Cavaliere è una cosa che non ha link con la realtà, né pezze di appoggio. Lui ha rotto con Berlusconi, che venti anni fa lo ha perfino licenziato dalla Mondadori. Cairo è uno dei pochi editori puri di questo Paese. Questa è la verità. È uno che fa i soldi con i giornali e la pubblicità. E al massimo li spende con il Torino. Dunque è nelle condizioni per tenere una linea autonoma".
Sul possibile taglio dei costi, Mentana osserva che "forse Cairo vorrà ridurre le spese di certe star effimere che si sono viste in giro qualche tempo fa. Il programma di Santoro potrà anche costare, ma è più che ripagato dagli spot".
Insomma, per il giornalista "la vera incognita non va cercata in Cairo o in Berlusconi, il problema, semmai, è nella flessione della raccolta pubblicitaria. Se crollasse ancora sarebbe un bel guaio. Ma, mi creda, non solo per noi".
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