Come recentemente annunciato, la senatrice a vita Liliana Segre ha deciso di presentare 24 denunce per i ripetuti attacchi ricevuti online. Accompagnata dall'avvocato Vincenzo Saponara, la senatrice si è presentata martedì scorso alla caserma dei carabinieri di Milano, rivolgendosi alla Sezione Indagini Telematiche del Reparto Operativo Nucleo Investigativo.
A distanza di pochissimi giorni la procura della Repubblica di Milano ha provveduto ad aprire un'inchiesta a carico di ignoti relativa agli insulti e alle minacce ricevuti dalla Segre.
Si tratta, come già anticipato nei giorni scorsi, di 24 persone querelate, fra cui spicca il nome di Gabriele Rubini, meglio noto come Chef Rubio.
Le denunce dopo gli attacchi via social
La senatrice ha deciso di procedere a seguito dei ripetuti attacchi ricevuti via social. A far insorgere i cosidetti haters le prese di posizione della Segre nei confronti dei sieri anti-Covid e del conflitto fra Russia e Ucraina. Non solo. Fra gli odiatori della senatrice anche alcuni antisemiti, che si sarebbero lasciati andare a insulti antisemiti.
Liliana Segre ha quindi preso la scelta di denunciare coloro che l'hanno resa oggetto di intimidazioni, insulti antisemiti e minacce di morte. Adesso spetterà alle forze dell'ordine il compito di identificare e rintracciare tutti i responsabili.
Le indagini avviate dalla procura di Milano
La procura di Milano si attivata dopo pochi giorni. Per ora si indaga su ignoti. Il pubblico ministero Nicola Rossato e il procuratore Marcello Viola hanno affidato ai carabinieri l'incarico di rintracciare gli autori dei messaggi, che saranno iscritti nel registro degli indagati una volta identificati.
Fra i 24, come abbiamo detto in precedenza, si trova anche Chef Rubio, il quale ha ribattuto alla notizia della denuncia della Segre, parlando di silenzio assordante da parte della senatrice nei confronti
"dell'occupazione della Palestina da parte della colonia d'insediamento nazista israeliana".Da circa 3 anni la senatrice Segre deve muoversi con la scorta proprio a causa delle tante minacce ricevute.
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