Monti difende le sue riforme: "Con me Pil +6% in 5 anni"

Nel 2012 il prodotto interno lordo scende del 2,2%. E per il 2013 non si prevede crescita. Ma il Prof non si arrende: "Siamo usciti dalla crisi"

Monti difende le sue riforme: "Con me Pil +6% in 5 anni"

Il suo è stato un governo di tasse e riforme spesso contestate, preannunciate dalle lacrime del ministro Fornero. Tasse e riforme che non hanno contribuito, almeno nell'immediato, a far crescere l'Italia. Tutt'altro. Eppure Mario Monti -che pure porta avanti una campagna elettorale all'insegna della riduzione della pressione fiscale - difende coi denti le sue misure.

"Grazie alle riforme che abbiamo messo in campo possiamo avere una crescita del Pil del 6% in 5 anni", ha detto il premier uscente agli studenti della scuola Morvillo Falcone di Brindisi. E aggiunge di voler continuare sulla strada intrapresa oltre un anno fa: "Bisogna andare avanti con serietà e determinazione e le forze politiche devono dare il messaggio che l’Italia è dei cittadini e non della politica". Il Professore ribadisce che i sacrifici erano necessari. "Quando si è insediato il mio governo l’Italia era in un momento difficilissimo, era vista come una minaccia per l’Europa e per il mondo. I cittadini hanno fatto molti sacrifici e oggi non siamo come la Grecia, che non è stata in grado di superare da sola la crisi finanziaria e si è messa nelle mani dell’Europa che ha dettato le regole. Oggi siamo rispettati nel Mondo perchè siamo usciti dalla crisi senza aiuto".

Peccato che l'Istat non sia dello stesso parere. Altro che crescita: nel 2012 il prodotto interno lordo italiano è sceso del 2,2% rispetto al 2011, mentre la variazione acquisita per il 2013 è del -1%. Dati che dimostrano, secondo il Codacons che "la stima di crescita per la fine del 2013 prevista dal governo è a dir poco sballata, per non dire che ha del miracoloso. Un miraggio, insomma". Senza contare che Bce e Eurostat hanno rivisto al ribasso le stime di crescita di tutta l'Eurozona: il Pil europeo non tornerà a salire prima del 2014".

Monti prova quindi a sviare l'attenzione dalle tasse, concentrandosi su "cosa lo Stato fa con i soldi raccolti": al centro della sua agenda, insomma, ci sono anche Sud, scuola e immigrazine ("L’integrazione tra le etnie che vivono nel Paese è una necessità), ma anche la ristrutturazione della politica: "Enorme ammontare di denaro è assorbito da apparati pubblici troppo grandi, molto spesso improduttivi, che vengono tenuti in

vita per fare gli interessi di ambienti vicini a partiti politici", ha spiegato, "Occorre quindi che la società civile si impegni di più per dare meno spazio ai partiti tradizionali e determinare una vera risposta civica".

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