Monti: "Ereditato governo da cialtroni". Berlusconi: "È disperato"

Scambio di accuse tra Monti e Berlusconi. Il Cavaliere ribatte: "È disperato, da lui dichiarazioni insensate". E i dati economici smentiscono il Prof

Monti: "Ereditato governo da cialtroni". Berlusconi: "È disperato"

Ormai è una battaglia serrata. A colpi di cialtrone. Sono finiti da un pezzo i tempi delle moderazione, della pacatezza nei toni, del politically correct. Mario Monti ha dismesso i panni del sobrio tecnico e ha indossato l'armatura da samurai. E quando non si autoloda, sferra attacchi contro tutti gli avversari politici.

L'obiettivo numero uno resta sempre Silvio Berlusconi. E infatti, dagli studi di Agorà, il Prof scaglia una frecciata contro il Cavaliere: "Sono molto più ferito quando dei cialtroni dicono di aver lasciato l’Italia in buone condizioni nel 2011 e che io poi l’ho portata al disastro, che non inorgoglito quando ricevo apprezzamenti".

Cialtrone è la parola del giorno. Berlusconi sostiene di aver lasciato l’Italia nel 2011 meglio di come Monti la lasciò nel 2013 e il bocconiano si scalda e gli dà del cilatrone. In contemporanea arriva la dura replica dell'ex premier: "Questo è Monti, che avevamo tutti sovrastimato, era il deus ex machina di un governo tecnico, è sceso in politica smentendo tutte le garanzie date, dovrebbe dimettersi da senatore a vita perché io non avrei mai controfirmato la sua nomina a senatore a vita se avessi saputo che scendeva in poltica. Di lui si diceva "ha una bonomia che viene fuori dai suoi artigli", ecco per Monti vale "ha una cattiveria che viene fuori da ogni sua dichiarazione"".

Insomma, secondo il leader del Pdl "Monti è disperato, il cosiddetto centrino rischia di non raggiungere il 10% e di restare fuori dal Parlamento. Questo porta disperazione nelle loro fila e a dichiarazioni insensate e prive di eleganza".

Anche Roberto Maroni, segretario del Carroccio e ministro dell'Interno del governo Berlusconi risponde a stretto giro di posta alle frasi del Prof: "Monti ha detto che ha ereditato un governo da cialtroni: bene, termine elegante che io uso per parlare del suo di governo, un governo di cialtroni che ha parlato di crescita, rigore ed equità e ha fatto crescere solo le tasse. Monti dovrebbe finire la sua carriera fra gli esodati, dimettendosi da senatore a vita così da capire i danni che ha fatto".

Nella polemica si è inserito anche Beppe Grillo che ha colto la palla al balzo per attaccare entrambi i protagonisti della diatriba: "Sono due cialtroni che si parlano, ma chi è che lo ha tenuto su per un anno questo governo?". Ma non è solo la coalizione di centrodestra a muovere critiche a Monti. Proprio sul tema degli esodati, il leader di Sel, Nichi Vendola, ha tuonato: "Bisogna richiamare Monti ai propri doveri di presidente del Consiglio, deve dire qualcosa su come affrontare la questione esodati". E poi sugli attacchi nei suoi confronti: "Credo che sia un atteggiamento un po' figlio di un certo dilettantismo".

Al netto del teatrino della politica che va in scena in campagna elettorale, sono i numeri a parlare. I parametri economici in Italia sono peggiorati e la crescita resta una chimera. Anzi, proprio ieri, l'Istat ha certificato una diminuzione del Pil del 2,2% nel 2012 rispetto all'anno precedente. Ma non c'è solo questo. La disoccupazione è alle stelle, le famiglie sono tartassate dai nuovi balzelli, le imprese restano soffocate dalle tasse e dalla burocrazia, i consumi vanno in picchiata e il potere d'acquisto a picco.

Pochi giorni fa, la fotografia che è emersa dai dati di Confesercenti non contemplava note positive: "Nel 2013 il prelievo fiscale, tra Imu, Tares, Iva e adeguamenti Irpeg toccherà la quota record di 34 miliardi di euro. Per le famiglie si profila una stangata da 800 euro mentre per le imprese il conto è ancor più salato con un aggravio di 3mila euro ad azienda".

Per quanto riguarda i consumi, Confesercenti avvertiva che nel biennio 2012-2013 questi sono crollati di 45 miliardi (-35 miliardi nel 2012, -10 miliardi nel 2013): in sostanza ogni famiglia spende 2mila euro in meno.

Ma il dato più tragico è quello delle imprese: "Nel 2013 stimiamo che chiuderanno 450.000 imprese in totale, di cui 72.000 nel commercio al dettaglio". Ci sono poi i salari ai minimi e il debito pubblico che da dicembre 2011 a dicembre 2012 è cresciuto di 81,517 miliardi di euro. Insomma, nella triade montiana rigore-equità-crescita, non c'è spazio per l'ultima. Almeno per adesso.

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