Monti risponde al Wall Street Journal: "Le riforme saranno efficaci"

Il premier risponde con una lettera al quotidiano finanziario, che dopo l'incensazione della scorsa settimana, criticava oggi l'operato del governo sulla riforma del lavoro

Monti risponde al Wall Street Journal: "Le riforme saranno efficaci"

Prima l'incensazione: "Monti è la Thatcher italiana". Poi la bocciatura e la frenata: il governo italiano si mostra troppo arrendevole nei confronti della parti sociali. E in sostanza il percorso di riforma del mercato del lavoro non è così efficace come le prime analisi lasciavano sperare. Non dopo che il governo ha ceduto su troppi fronti.

Se solo qualche giorno fa - il 27 marzo - un editoriale del Wall Street Journal osannava le idee del nuovo governo Monti, questa mattina chi avesse aperto le pagine del quotidiano finanziario si sarebbe trovato davanti un articolo di tutt'altra opinione, che ritrattava il giudizio su Monti e sul governo, sottolineando i punti di debolezza della riforma, invece che incensare l'operato dei tecnici, come fatto in precedenza.

Un cambio di opinione piuttosto netto, dall'immagine di un Monti "Lord di ferro" di casa nostra, a un'analisi che sottolinea come solo gli ottimisti possano dire "che una riforma limitata è meglio di niente". Un nuovo punto di vista, a cui Monti non ha mancato di rispondere, sottolineando quelli che a suo modo di vedere sono invece gli aspetti positivi e sostanziali del lavoro che il governo sta portando avanti.

In una lettera già sull'edizione online del WSJ il premier mette i puntini sulle i. Si concede una battuta, sottolineando come - nonostante la lusinga - non si sia mai sognato di essere il Thatcher d'Italia e risponde alle critiche del giornale. Replica sui contratti a tempo determinato, spiegando le ragioni delle modifiche a riguardo e sottolinea, bacchettando il WSJ, come ciò che ora condannano sia quanto invece elogiato della bozza di lavoro nel precedente articolo.

Poi l'articolo 18, sul quale il premier non ci sta a pensare ad una resa alla sinistra e alle parti sociali. E allora ecco la versione di Monti: "La riforma introduce procedure più veloci e prevedibili per i licenziamenti per ragioni oggettive economiche o di altra natura". A partire dalla "veloce procedura extra-giudiziale", per arrivare alla possibilità di rivolgersi a un giudice "in caso di conciliazione fallita" e alla opzione, in casi estremi, del reintegro e dell'indennizzo per il lavoratore.

Monti non ci sta dunque. Proprio in chiusura della sua lettera al WSJ sottolinea come invece che giudizi troppo affrettati la riforma, "complessa e che avrà un impatto positivo sull'economia italiana", abbia bisogno di "un'analisi seria". 

E le critiche? Quelle che arrivano tanto dai

sindacati, CGIL in testa, quanto dalla Confindustria? Segnali di equità. "Forse proprio il fatto che la riforma sia stata attaccata da entrambi - sottolinea Monti - indica che abbiamo trovato un giusto compromesso".

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