La morte di Ringo è diventata un giallo "Ucciso dall'attesa"

L'amico dell'attore: "È rimasto un'ora in auto per colpa delle ambulanze". La replica: "Non abbiamo perso tempo"

Roma - Il mondo del cinema ha salutato per l'ultima volta l'eroe del western all'italiana. Ieri mattina una folla di parenti, amici, fan, volti noti dello spettacolo e della politica hanno accompagnato il feretro di Giuliano Gemma, portato a spalla dai vigili del fuoco fuori dalla chiesa di Santa Maria dei Miracoli, a Roma, dove si sono svolti i funerali. L'attore si è congedato per sempre dal pubblico sulle note di Ennio Morricone scritte per «Una Pistola Per Ringo». Ma il mistero della sua morte resta.

È ancora tutta da chiarire, infatti, la dinamica dell'incidente avvenuto martedì scorso a Cerveteri, vicino a Roma, in cui ha perso la vita l'attore settantacinquenne. Un impatto frontale sul quale la seconda moglie, la giornalista Daniela «Baba» Richerme, chiede di far luce. Quella sera Gemma avrebbe dovuto incontrare gli amici a Cerveteri, dove viveva da tempo, per poi andare a cena da «Baffone». Ma la sorte ha deciso diversamente. La Toyota Yaris sulla quale viaggiava si è scontrata frontalmente con una Bmw con a bordo un uomo e suo figlio. L'impatto è avvenuto tra via del Sasso a via di Zambra. Gemma è stato trasportato all'ospedale San Paolo di Civitavecchia, ma è morto per arresto cardiaco attorno alle 21. «Giuliano è rimasto un'ora e mezzo in macchina per un problema di ambulanze - dice la vedova -. Aveva appena un graffio dovuto all'esplosione dell'airbag, sembrava cosciente e lucido. Vorrei sapere anche perché da Cerveteri non è stato portato a Roma, visto che a pochi chilometri dall'incidente c'è un eliporto».

Diverse le circostanze da chiarire. Un amico di Gemma ha raccontato che l'attore dopo lo scontro diceva di «aver sterzato di colpo per evitare una moto». Condizione in parte confermata perché un motociclista si sarebbe fermato dopo l'impatto tra le vetture per chiamare i soccorsi. Un altro amico, Roberto Di Berardino, invece, ha puntato il dito contro i soccorsi. «L'ambulanza è intervenuta ma è rimasta ferma troppo tempo ed è partita solo quando ne è venuta un'altra - ha spiegato -. Io non capisco il motivo. Quelli del 118 mi hanno risposto che non poteva andare via perché c'era un bambino ferito. Ma io quel bimbo l'ho visto in piedi e l'ho anche accarezzato. Poi ho seguito Giuliano con la mia auto ma all'ospedale di Civitavecchia non ce l'ha fatta. Non so se sia deceduto prima, ho dei dubbi». Misteri che dovranno essere svelati, anche se la direzione generale della Asl ribadisce che un'automedica è arrivata dopo 10 minuti dalla chiamata e a seguire un'altra ambulanza. «Gemma è stato estratto dall'auto con gli opportuni presidi e le giuste tecniche di esecuzione - si legge in una nota - è stato immobilizzato su tavola spinale, gli è stato apposto un collare cervicale e preso un accesso venoso. Tali operazioni richiedono tempo e questo tempo non è perso».

Intanto ieri Veltroni, Rutelli, Franco Nero, Fabio Testi, Leopoldo Mastelloni, Philip Leroy, Bud Spencer, Ursula Andress e tante altre personalità hanno detto addio all'attore, che verrà tumulato nella tomba di famiglia a Prima Porta. «Sarebbe stato contento di vedere tutte queste persone - hanno commentato le figlie Vera e Giuliana -. Era un uomo vero, non si e mai sentito più importante di nessuno, neanche nei momenti di grande successo».

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