Ncd sente aria di batosta: "Troppo presto il test del voto"

Alfano e Schifani ostentano ottimismo ma Lupi avverte: "Il nostro partito è nato soltanto cinque mesi fa, è la prima volta che scendiamo in campo"

Ncd sente aria di batosta: "Troppo presto il test del voto"

Roma - Benedizioni, speranze, oscuri sondaggi, riti scaramantici. Angelino vorrebbe pure toccarsi. «Non posso rispondere con le parole. Dovrei fare un gesto che, essendo inelegante ed essendoci delle signore, non faccio». Ma, a 48 ore dal voto, la realtà è quella: il Nuovo centrodestra rischia seriamente di non superare lo sbarramento e così mette le mani avanti. «Noi - spiega il coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello - ci troviamo nelle condizioni di uno studente di buona qualità che deve superare la maturità con un anno di anticipo». Notte sui libri e qualche preghiera, non resto altro da fare per «strappare la sufficienza».
Cioè il quattro. Quattro per cento, il muro da superare per eleggere deputati in Europa e continuare a contare qualcosa in Italia. Sembra poco per un partito - anzi due, vista l'alleanza con l'Udc di Casini - bene inserito nella struttura di governo. Invece è quasi un miraggio, nonostante gli esorcismi dei suoi leader alla vigilia. Alfano: «Avremo un buon risultato». Schifani: «I nostri elettori ci sosterranno, la scelta di sostenere il governo paga». Quagliariello: «Il raggiungimento del quorum non lo metto nemmeno in discussione».
Ma, al di là dell'ottimismo di facciata, la paura è tanta. Troppo alta la soglia per passare, troppo presto arrivano queste elezioni per gli scissionisti dell'ex Pdl. Maurizio Lupi parla di un bacino di «due milioni di persone», però ricorda che «il nostro partito è nato solo cinque mesi fa». Il segretario sostiene che «i nostri rilevamenti confermano una tendenza in crescita», ma pure lui sottolinea come Ncd sia «un momento politico che scende in campo per la prima volta e si candida con zero euro di finanziamento pubblico».
E se Renato Schifani si dichiara «fiducioso» perché ha incontrato «tanta gente che prima votava Forza Italia o che si asteneva e che ora è pronta a sostenerci», Alfano già se la prende con i toni troppo alti della campagna elettorale che «penalizzano il Nuovo centrodestra» e lasciano sotto i riflettori solo Pd, Forza Italia e M5S. Berlusconi, Renzi e Grillo, giocano soltanto loro, il partito del ministro dell'Interno non tocca palla. «Assassino, poveretto, fategli la vivisezione. Sono andati tutti fuori di testa - commenta Angelino - Noi invece abbiamo un progetto chiaro e determinato. Noi siamo i moderati».
Moderati forse saranno anche i consensi. Sull'esito finale peserà il caso di Paolo Romano, presidente del consiglio regionale campano e candidato alle Europee, accusato di tentata concussione e finito agli arresti domiciliari. «Abbiamo dimostrato uno stile diverso - dice Quagliariello. Il garantismo non significa impunità. Ma il problema non inciderà sul voto». E Schifani: «Le dimissioni di Romano dimostrano quanto il nostro sia un partito di persone per bene».
Peserà pure lo scarso apporto dell'Ucd.

«Abbiamo posto le basi per costruire una nuova area moderata», spiega Nunzia De Girolamo, ma più che un patto sembra un abbraccio mortale. Eppure Quagliariello vede rosa: «Se le forze di governo andranno bene, le riforme andranno avanti. Ma vogliamo provare a contare di più. Renzi sarà il motore e noi il timone».

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