Mentre le procure stanno passando al setaccio il dossier "The Family" sequestrato negli uffici romani dell'ex tesoriere Francesco Belsito, oggi per la Lega è il giorno della pulizia.
Alle 16 è convocata infatti la riunione del consiglio federale del Carroccio. Il massimo organo decisionale del movimento deciderà la data del congresso per l’elezione del nuovo segretario del partito (fino ad allora è in carica il triumvirato composto da Roberto Maroni, Manuela Dal Lago e Roberto Calderoli).
Inoltre, all’ordine del giorno della riunione di oggi, ci sarà anche l’espulsione dell’ex tesoriere Francesco Belsito, indagato per riciclaggio, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato. Alcuni componenti del federale, poi, chiederanno l’espulsione della vice presidente del Senato, Rosi Mauro, accusata di aver usato i soldi della Lega per esigenze personali.
A quel punto si potrebbe andare al voto: la Mauro stessa fa parte del consiglio federale, come uditrice senza diritto di voto. Nel caso in cui, la segretaria del Sindacato padano fosse espulsa dal partito, non sarebbero automatiche le sue dimissioni dalla carica in Senato. Anzi, la Mauro potrebbe rimanere vice presidente di Palazzo Madama e iscriversi al gruppo misto.
Intanto l'inchiesta delle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria prosegue. La guardia di finanza, su disposizione della procura di Milano, sta acquisendo conti presso la banca Aletti di Genova da cui era partito l’investimento per la Tanzania e a cui la banca africana aveva restituito i 4,5 milioni di euro. Ma le Fiamme Gialle stanno acquisendo documenti anche su conti correnti riconducibili alla Lega in alcune filiali della Banca Popolare di Novara, della Bnl, di Unicredit, di Banca Sella, di Carige, del Banco di Napoli e della Banca Popolare di Lodi.
Al vaglio dei pm ci sono anche fatture, ricevute, bonifici bancari, estratti conto e notifiche di contravvenzioni. Tutto contenuto nel dossier The family con sotto scritto i nomi di Umberto Sirio Renzo e il cognome Bossi.
In merito al sospetto di legami con la n'drangheta, l'ex tesoriere Belsito, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si è sfogato con il suo avvocato Paolo Scovazzi mentre a Bergamo parlavano sul palco Bossi e Maroni: "Ma dico, siamo pazzi? Hai sentito cos’ha detto il capo? Sono arrivati a dire che mi ha messo lì la ’ndrangheta, che ci sono dietro i servizi segreti. Io e la ’ndrangheta? Ma se non so nemmeno bene cos’è la ’ndrangheta! Ma quali servizi segreti? Ma di che c... stanno parlando? Io sono sempre stato un buon amministratore e loro lo sanno".
Il nuovo tesoriere della Lega, Stefano Stefani respinge le accuse mosse dai pm e in un'intervista al Messaggero dichiara: "Ho trovato migliaia di voci, è difficile farsi un’idea" dei conti della Lega. "Adesso abbiamo una primaria società di revisione, la Pricewaterhouse Coopers. Ho il contratto sulla scrivania, lo firmerò oggi stesso. Siamo finiti sul banco degli imputati mediatico ma non riesco a vedere quali sono le denunce. Aver dato qualche migliaia di euro alle scuole Bosine che sono fiore all’occhiello dell’istruzione? Oppure aver pagato le rate dell’auto di Renzo Bossi? Ancora non capisco".
Quanto al futuro del Carroccio per Stefani "siamo saldi sulle nostre gambe, nonstante tutto" e il congresso "dobbiamo assolutamente anticiparlo. Sono già stati fissati quelli del Veneto il 3 giugno e quello della Lombardia il 2 giugno".
Chi invita ad andarci piano con la pulizia indiscriminata è Marco Reguzzoni, ex capogruppo della Lega Nord a Montecitorio molto contestato al raduno di Bergamo dai militanti leghisti che lo hanno più volte invitato a farsi da parte.
"Il segnale è chiaro: la base vuole pulizia. Ma occorre verificare i fatti, distinguendo le illazioni dal fango e, a mio parere, in questi giorni è circolato anche parecchio fango", sostiene Reguzzoni, in una intervista al Corriere della Sera, aggiungendo poi che "i comportamenti di alcuni esponenti del movimento sono indubbiamente sospetti. Ma il rischio che trovino spazio anche vendette di natura personale c’è e va scongiurato".
Sulla richiesta di espulsione mossa dalla base, lui non si scompone e dice: "Non vedo come possa essere motivata una mia espulsione. In 2000 pagine dell’inchiesta il mio nome non compare una sola volta".
L'investitura di Maroni a segretario del Carroccio sembra una cosa scontata.
Ad avvalorare questa ipotesi, ci sono anche le dichiarazioni del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha spiegato ad Avvenire: "Se Bossi non c’è, Bobo ha tutte le carte in regola per guidare il partito. Il leader lo scelgono i militanti, e oggi i militanti ripetono solo due nomi: Umberto Bossi e Roberto Maroni. Se c’è Bossi il problema è risolto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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