È dall'età della pietra che l'uomo se la vede con l'orso e nessun animale ha destato, nelle popolazioni dell'emisfero boreale, un interesse altrettanto profondo. Protagonista d'innumerevoli saghe, leggende e fiabe, ha prestato il suo nome a numerose città e località.
Reperti fossili indicano chiaramente che, l'orso bruno rivestiva un ruolo determinante nella vita religiosa e nel culto dell'uomo preistorico. L'interpretazione di antiche scritte runiche scoperte in Finlandia testimonia che questo leggendario carnivoro fosse adorato come una divinità, almeno tra i popoli nordici.
Gli Orsi bruni, originari di Asia, Africa, Europa e Nord America, in alcune di queste aree sono attualmente estinti, mentre in altre le loro popolazioni sono notevolmente diminuite. Attualmente si stima vi siano al mondo circa 200.000 esemplari di cui 120.000 in Russia e 50.000 tra Stati Uniti e Canada. Nell'Unione Europea la popolazione è molto frammentata come lo sono le opinioni sulla sua presenza. Molti ricorderanno l'orso Bruno (di nome e di fatto), fucilato dai bavaresi per avere sconfinato in un paese dove da 180 anni non vedono un orso e non ne vogliono proprio vedere un altro. Tipico dell'elasticità mentale crucca (absit iniuria verbis).
Ora, in provincia di Bolzano, pare ci sia un'invasione di orsi. A Termeno, amena località dell'Alto Adige bolzanino, per il sindaco Werner Dissertori «sono diventati una minaccia e vanno deportati o fucilati». In realtà, questo affermava un mese fa. Ora corregge il tiro dichiarandosi allergico alle armi. «Non li voglio ammazzare, li voglio solo deportare perché si avvicinano troppo alle case e un esemplare è stato visto uccidere una pecora». Addirittura, per il primo cittadino, avrebbero saccheggiato un alveare (ma va'...), ma soprattutto sarebbero una minaccia per la gente del luogo.
Buona parte della popolazione però li difende perché non crede ai pericoli per l'uomo mentre rappresentano una benefica risorsa del territorio.
Analoga diatriba si sta aprendo in certi comuni italiani per la pretesa eccessiva presenza del lupo. Siamo veramente un popolo dotato di grande fantasia e scarso equilibrio mentale. Da una parte vogliamo i caprioli e via con i ripopolamenti. Poi, in mancanza di nemici naturali, questi si moltiplicano e via alla caccia di selezione e all'introduzione di lupi e orsi che poi, appena si avvicinano a una pecora, diventano un flagello di Dio (che non c'entra nulla, almeno in questo caso).
Da che mondo è mondo, anche i pargoli sanno che lupi e orsi, se hanno fame e trovano una pecora, magari ferita e isolata, si pongono pochi scrupoli morali nel riempirsi la pancia. D'altronde noi, popolo di obesi e sovrappeso, fra poche settimane faremo una vera e propria strage di agnelli per un erroneo culto religioso e una tradizione solo da dimenticare.
Chi ha studiato seriamente l'orso (Heptner, Zettenberg) sa che mangia soprattutto vegetali e che solo eccezionalmente la sua natura carnivora prende il sopravvento.
Quanto all'uomo, si guarda bene dall'attaccarlo, preferendo una saggia fuga, a meno che non venga molestato o colpito da un proiettile. A quel punto mi pare abbia tutti i diritti d'incazzarsi. O no?
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