"Nessun taglio". Il Mef spegne le polemiche sul bonus Cultura ai 18enni

Giornata di scontri sull'ex 18app per i 18enni: la nuova misura pensata per i giovani non piace a Italia viva, che critica l'azione del governo

"Nessun taglio". Il Mef spegne le polemiche sul bonus Cultura ai 18enni

Giornata di polemiche legate alla manovra di Bilancio che il governo sta preparando con una corsa all'ultimo respiro per evitare l'esercizio provvisorio. Il tempo per Giorgia Meloni e il suo esecutivo è stato ristretto ma il risultato, considerando anche i 2/3 degli stanziamenti destinati al salvataggio delle industrie contro il caro energia, è stato più che soddisfacente. Tra i temi che hanno maggiormente scatenato le polemiche, visto che la sinistra non può più far polemica sul pos e il tetto dei contanti, c'è la 18app. Si tratta del bonus che veniva elargito indiscriminatamente a tutti i 18enni, che il governo ha modificato tra le polemiche della sinistra.

L'esecutivo di Giorgia Meloni ha deciso che fosse sbagliato che i 500euro andassero indiscriminatamente a tutti i 18enni, introducendo il tetto dell'Isee a 35mila euro. Inoltre, i giovani più meritevoli che, oltre ad avere un Isee adeguato, otterranno un voto di diploma di 100/100 godranno di ulteriori 500 euro da spendere in libri ed eventi culturali. La misura è stata adeguata e sono state eliminate le criticità che hanno caratterizzato la misura precedente tra le critiche dell'opposizione, che ha accusato il governo di aver tagliato i fondi.

"Il governo non è che come dice ha messo l'Isee per assegnare il bonus, queste cose arriveranno soltanto nel 2024, mentre per il 2023 il governo ha messo zero. Io accuso il ministro Sangiuliano di essere un bugiardo, lo dico avendo un buon rapporto personale con lui. Quando si fa la legge di bilancio si guardano le coperture, nel capitolo '18 app' del 2022 c'erano 230 milioni di euro, nel 2023 diventano zero, poi nel 2024 saranno 190 milioni", ha attaccato Matteo Renzi, padre della misura.

In risposta alle critiche di Italia viva e di Matteo Renzi è arrivata una nota di smentita del Mef: "Nessun taglio nel 2023 negli stanziamenti dell'app18. Nel prossimo anno la Carta della cultura Giovani sarà assegnata ai nati nell'anno 2004 mediante utilizzo delle risorse già impegnate nel 2022. Sono quindi confermate le somme necessarie per coprire le esigenze per la realizzazione di questa misura". Parole che lasciano poco spazio ai dubbi ma che sono state ancora una volta criticate da Iv, che non molla: "Compito del Mef sarebbe dire i numeri, non fare le veline politiche. C'erano 230 milioni e adesso c'è zero. Qualcuno è in grado di smentire questi numeri?". Rincara la dose Luigi Marattin di Italia viva: "Brutti tempi se un'istituzione seria come il Mef si presta alla propaganda politica. Affermare che non c'è nessun taglio agli stanziamenti su App18 non è un commento: è una bugia. Nel 2022 c'erano 230 milioni. Nel 2023 ce ne sono zero. Questi i fatti. Attendo smentita".

Nel pomeriggio è arrivata anche una nota di Giorgia Meloni, che tramite i social ha spento ogni polemica sul fondo cultura per i giovani: "18App viene sostituita e migliorata con due nuove misure, separate ma cumulabili: Carta Cultura Giovani e Carta del Merito. La prima è un bonus per i 18enni le cui famiglie hanno un Isee non superiore a 35.000 euro, l'altra prevede 500 euro per chi consegue il diploma con 100/100".

Quindi, il premier ha concluso: "Inoltre verranno rafforzati anche i meccanismi anti-truffa. Con queste misure diamo valore al merito e mettiamo in campo un sistema equo per rendere più accessibile la cultura ai giovani".

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