"Zero tolleranza". La linea della Lega dopo l'aggressione delle borseggiatrici rom

Pugni e insulti a chi denunciava l'ennesimo sabato di scippi nella metro di Milano: si conferma l'esigenza di una legge contro le borseggiatrici

"Zero tolleranza". La linea della Lega dopo l'aggressione delle borseggiatrici rom

Milano è diventata terra di nessuno, dove i cittadini per bene devono aver paura ad uscire di causa. Aggressioni sessuali, scippi, rapine e ogni genere di reato sono diventati quotidiani nella città amministrata da Beppe Sala, che si gira dall'altra pare e sembra disinteressato alla pericolosa china presa dalla città che amministra. Il sindaco di Milano si preoccupa delle registrazioni dei figli delle coppie monogenitoriali e non delle denunce di chi quotidianamente deve sottostare alle vessazioni delle borseggiatrici in metro, alle molestie e al disagio di essere costretto a passare tra schiere di spacciatori.

L'ultimo in ordine di tempo a denunciare pubblicamente un'aggressione è stato Matthia Pezzoni, presidente del Comitato sicurezza, che da anni è impegnato in una battaglia per la legalità nel capoluogo lombardo. Anche ieri, mentre si trovava sulla metro, ha fatto quello che sempre fa: ha preso il telefono per registrare e avvisare gli altri passeggeri della presenza delle borseggiatrici. Pezzoni è stato aggredito a pugni dai rinforzi chiamati da una delle malviventi, che insieme agli altri riesce a far perdere le sue tracce. L'aggressione si è consumata nella stazione Duomo, in pieno centro, in un weekend particolare per la città, nel pieno degli eventi del Salone del Mobile, che ha richiamato a Milano decine di migliaia di persone.

"Ormai l'emergenza borseggiatrici è sempre più evidente nel totale disinteresse del sindaco e della sua giunta. Chi segnala chi delinque rischia, come in questo caso, aggressioni ma per la sinistra sono loro i colpevoli che non devono riprendere ed evidenziare scippi e furti", ha dichiarato Silvia Sardone, eurodeputata e commissario cittadino della Lega a Milano. Il riferimento è al consigliere del Pd, Monica Romano, che poche settimana fa si era cimentata in una filippica in difesa della privacy delle borseggiatrici. "Per fortuna il governo sta lavorando ad una legge per riportare legalità e stroncare questo fenomeno. La sinistra invece vuole continuare a garantire impunità a questi personaggi e vuole censurare i continui furti. Per loro l'insicurezza diffusa va nascosta", ha proseguito Sardone, che poi si è rivolta alla giunta di Palazzo Marino: "Quando si sveglierà il Comune per cercare di arginare questo fenomeno, garantendo sicurezza ai pendolari, agli anziani e ai turisti?".

Una domanda che purtroppo è destinata a cadere nel vuoto finché la giunta di Milano sarà a guida di Beppe Sala e della sinistra, che non hanno alcuna intenzione di garantire la sicurezza della città, perché vorrebbe dire ammettere di aver sbagliato tutto fino a questo momento. "Serve modificare immediatamente l'articolo 146 del codice penale, su cui la Lega è in prima linea dopo aver ripresentato un decreto anti borseggiatrici incinte, al fine di recluderle senza che queste possano sfruttare la loro gravidanza per restare impunite", tuona Angelo Ciocca, deputato leghista al parlamento europeo. Ed è proprio alla Commissione europea che si rivolge Ciocca quando chiede e preme affinché si possano "modificare le norme sulla privacy e consenta di mostrare pubblicamente queste delinquenti riprese in flagranza di reato, come ho già chiesto in una interrogazione urgente.

Ora basta! Il sindaco Sala e le istituzioni tutte non restino sorde di fronte al mio appello". Anche Matteo Salvini tramite i suoi social ha espresso solidarietà nei confronti di Pezzoni, promettendo: "Nessuna tolleranza per queste criminali".

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